10 aprile 2019
ore 14:28
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Incredibile a dirsi ma uno studio effettuato nell'estate del 2018 da un team di ricerca dell'Università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca ha dimostrato che il ghiacciaio dei Forni nel Parco Nazionale dello Stelvio risulta inquinato dalle microplastiche e non in quantitativi trascurabili. Le analisi mostrano infatti che i sedimenti sopra glaciali presentano una quantità di particelle di varia natura ma tutte inquadrabili nelle plastiche di almeno 75 per chilogrammo, qualcosa di simile è stato riscontrato solo nei sedimenti marini e costieri europei.

Il ghiacciaio dei Forni nel Parco Nazionale dello Stelvio inquinato dalle microplastiche
Il ghiacciaio dei Forni nel Parco Nazionale dello Stelvio inquinato dalle microplastiche

Le microplastiche non hanno sempre a che fare con la plastica che siamo abituati a vedere tutti i giorni, non sono necessariamente il risultato della frammentazione di bicchieri, bottiglie e quant'altro si possa immaginare. Spesso queste piccole particelle, prevalentemente di poliestere, poliammide, polietilene e polipropilene, da 1 millimetro fino a qualche micron provengono da altre fonti come la cosmetica, l'abbigliamento e i processi industriali. Nel caso del ghiacciaio dei Forni i ricercatori pensano che l'origine di queste particelle potrebbe essere sia locale, data ad esempio dal rilascio e/o dall'usura di abbigliamento e attrezzatura degli alpinisti ed escursionisti che frequentano il ghiacciaio, sia alloctona, con particelle trasportate da masse d'aria, di difficile localizzazione. 

I risultati sono stati presentati a Vienna alla conferenza internazionale dell'European Geosciences Union. I ricercatori  guidati da Guglielmina Diolaiuti e Roberto Ambrosini, spiegano: Abbiamo stimato che la lingua del Ghiacciaio dei Forni, uno dei più importanti apparati glaciali italiani, potrebbe contenere da 131 a 162 milioni di particelle di plastica.


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