19 settembre 2022
ore 8:58
di Simone Fant
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 Per tutti

La crisi climatica è qui tra noi. Da un riscaldamento "globale", forse percepito come minaccia lontana, il report "Analisi del rischio in sei città italiane"del Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) ci restituisce un preoccupante trend "locale" di aumento di temperature. Ondate di calore sempre più frequenti e alluvioni necessitano misure efficaci di gestione emergenziale e strategie di adattamento ad hoc per rendere le nostre città più resilienti. Sei città italiane sono avvisate.

«I report dell'IPCC e dell' Agenzia europea dell'ambientesottolineano come il Mediterraneo sia un hot spot climatico con criticità legate alle ondate di calore, incendi, perdita di biodiversità e rischi per la salute - spiega a 3B Meteo Paola Mercogliano, una delle autrici del report-. Esistono quindi tanti microclimi per cui mantenere l'equilibrio è molto complesso"». Grazie a modelli ad altissima risoluzione (fino a 2 km), le analisi del Cmcc mostrano come negli ultimi trent'anni sia stata registrata unacrescita della temperatura media nelle città (Roma, Napoli, Torino, Bologna, Venezia e Milano) dove risiede il 56% della popolazione italiana. E la situazione è destinata a peggiorare.

Per esempio negli ultimi 50 anni a Milano i giorni di caldo intenso sono aumentati del 45%; entro il 2080 Napoli - anche in presenza di politiche ambientali adeguate - vedrà aumentare i giorni consecutivi di ondate di calore con picchi di più di 50 giorni; negli ultimi 30 anni a Torino le temperature massime sono aumentate di 2°C , mentre a Roma la temperatura media è cresciuta di 3,6°C rispetto all'epoca 1971-2000.

«Per le precipitazione invece è più difficile vedere un trend - commenta Mercogliano - nel periodo umido (novembre-aprile) c'è un intensificarsi delle piogge che interessano diverse aree, ma allo stesso tempo anche lunghi periodi di siccità». Questa estremizzazione dei fenomeni la professoressa dell'Università Parthenope di Napoli ce la spiega così: «Con l'aumentare delle temperature l'atmosfera ha una maggior capacità di immagazzinare umidità. Nel momento in cui arriva l'aria fredda si scatenano precipitazioni più intense. È un comportamento che si verificherà sempre di più e ci sono dati consistenti che lo dimostrano».

Piogge intense che come sottolinea il report colpiscono maggiormente una città come Venezia. Negli ultimi 150 anni il livello idrico relativo della città è cresciuto di oltre 30 cm e la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni. Deve affrontare una situazione meno critica Bologna che, nonostante gli scenari futuri prevedano l'aggravarsi di precipitazioni estreme e quindi allagamenti, può contare su una discreta rete di drenaggio che protegge la città dal rischio idraulico. Più vulnerabile è invece Roma, che tra il 2010 e il 2020 ha registrato ben 42 eventi estremi, oltre la metà riguardano allagamenti a seguito di piogge intense.

Come adattarsi alle emergenze

Tutte le sei città prese in considerazione dal Cmcc presentano strategie di adattamento pensate ad hoc secondo le peculiarità di ciascun centro urbano. Tra i più interessanti c'è il Piano strategico dell'infrastruttura verde di Torino che definisce le strategie di medio-lungo periodo per la valorizzazione e lo sviluppo del verde pubblico, con un focus su verde ricreativo, orticoltura urbana, verde ecosistemico, verde coltivato e verde come bene turistico. Lo stesso tenta di fare Milano con ForestaMi, che prevede di aumentare il verde pubblico cittadino. Il progetto ClimaMi invece punta alla costruzione di una climatologia urbana per il bacino aerologico milanese e il monitoraggio degli eventi meteorologici estremi. Napoli, oltre al Piano di azione per l'energia e sostenibile ed il clima adottato anche dalle altre città, si affida al progetto Clarity for Climate Resilience (Clarity4CR) che ha sviluppato una metodologia per la valutazione dell'impatto dei cambiamenti climatici in ambito urbano con strumenti di supporto per la pianificazione dell'adattamento.

Per Paola Mercogliano l'adattamento funziona solo quando c'è un coinvolgimento della cittadinanza. «Adattamento significa trasformare un contesto urbano e i cittadini devono essere parte della soluzione. È necessario renderli consapevoli che i cambiamenti nella loro città porteranno benefici». Un esempio virtuoso di processo partecipativo l'ha adottato Bologna nel 2019 con l'adozione del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici. «Un secondo punto fondamentale è riuscire a trovare soluzioni per allertare tutti durante un'emergenza - continua Mercogliano -. Incrementare le misure di early warning, che sia un'ondata di caldo o rischio alluvione, mettendo in allerta le persone più vulnerabili come anziani e bambini è importantissimo». Mercogliano suggerisce infine di normare l'uso estivo dei condizionatori in ottica di efficienza energetica e riduzione di sprechi. «Se tutti accendessimo il condizionatore a 18 gradi ci sarebbeo maggiori rischi di black out. Ospedali e persone fragili ne pagherebbero le conseguenze».


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