12 luglio 2015
ore 11:36
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti

Ufficialmente è dal 24 Agosto 2006 che Plutone non viene più considerato come un pianeta vero e proprio ma ben si come un pianeta nano. A sancirlo fu l'assemblea generale dell'Unione Astronomica Internazionale che proprio in quell'occasione dettò anche una serie di linee guida per stabilire quando un corpo celeste si può definire pianeta o pianeta nano. Partiamo appunto da queste linee guida. Si può definire un pianeta un corpo celeste che
1. Orbita intorno al Sole
2. Ha una massa sufficiente affinché la sua gravità possa vincere le forze di corpo rigido, e gli permetta di assumere una forma quasi sferica
3. È stato grado di "ripulire" la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili.

Plutone non è più un pianeta del Sistema Solare (amyshirateitel.com)
Plutone non è più un pianeta del Sistema Solare (amyshirateitel.com)

Vediamo come Plutone si comporta. Sin dalla sua scoperta, nel 1930, si cominciò a dubitare, del fatto che Plutone fosse un vero pianeta. Da una parte, era molto piccolo, addirittura notevolmente molto più piccolo della nostra luna. D'altra parte, la sua rotazione intorno al sole avviene su una traiettoria fuori dal comune ed è più simile a quella di un asteroide. Con il progresso tecnologico le misurazioni di Plutone a partire dagli anni '60 sono diventate sempre più precise e accurate tant'è che di decennio in decennio esso è "diventato" sempre più leggero e più piccolo. Oggi sappiamo che Plutone, con un diametro di circa 2.280 chilometri, è sei volte più piccolo della Terra, che ha una luna grande quasi la metà della sua dimensione, e che, ulteriore stranezza, viaggia in un'orbita ellittica e attraversa l'orbita di Nettuno. Nonostante le sue ridotte dimensioni sino al 1992 veniva considerato a tutti gli effetti come il pianeta più lontano del sistema solare.

Ma fu in quell'anno che alcune scoperte iniziarono a far storcere il naso a molti astronomi. Proprio nel 1992 David Jewitt e J. Luu, dell'Università delle Hawaii, scoprirono uno strano oggetto, ribattezzato 1992 QB1, un piccolo corpo celeste ghiacciato di dimensioni simili a un asteroide, in orbita attorno al Sole a una distanza pari a una volta e mezzo quella di Nettuno. QB1 è stato il primo indizio che altri oggetti simili a Plutone (per quanto riguarda la composizione di ghiaccio e roccia) popolavano le zone più esterne del sistema solare. Da allora sono stati trovati quasi un centinaio di oggetti come QB1. Questo sciame di oggetti è oggi conosciuto come Fascia di Kuiper, dal nome Gerard Kuiper, che per primo propose l'esistenza di tale cintura. Ad oggi si stima che circa 35.000 oggetti possano popolare la Cintura di Kuiper, si più piccoli di Plutone ma praticamente simili ad esso. Nel 2003 ci fui poi la svolta, grazie alla scoperta fatta dell'astronomo Mike Brown che scopri un corpo celeste più grande e massiccio di Plutone in quelle zone: un potenziale decimo pianeta chiamato provvisoriamente 2003 UB313 e poi ribattezzato Eris.

Eris, la gemella di Plutone
Eris, la gemella di Plutone

Ecco così che Plutone, risultando piuttosto debole nel terzo punto, venne appunto declassato a pianeta nano. A riconferma ci sono altri indizi che hanno spinto i ricercatori a declassare Plutone.

Si notò infatti che la riflettività di Plutone variava periodicamente indicando la presenza di un altro copro celeste nelle sue vicinanze. SI tratta di Caronte, un altro corpo celeste, poco più grande della metà di Plutone, che non agisce come un semplice satellite ma bensì crea un vero e proprio sistema binario pianeta-pianeta: essi infatti risentono dell'attrazione gravitazionale reciproca, ruotando intorno a un comune centro di gravità che si trova nello spazio tra i due corpi, alla distanza di 950 km dalla superficie di Plutone. Dallo studio del moto di questo sistema binario è inoltre emerso che Plutone e Caronte hanno una massa che è circa un ottavo di quella della Luna. Tutto ciò ha dunque suggerito che Plutone non è un vero e proprio pianeta, ma potrebbe essere per esempio un satellite sfuggito alla forza gravitazionale di un altro pianeta o un asteroide.

Dimensioni di Plutone
Dimensioni di Plutone

La sua composizione è per il 70% di roccia e il restante ( si pensa) di ghiaccio, più simile a quella dei satelliti di Nettuno che ai pianeti esterni gassosi (Giove, Saturno, Urano e Nettuno).

Come accennato prima anche l'orbita gioca a suo sfavore. Plutone compie il proprio moto di rivoluzione in circa 247,9 anni terrestri (non ha quindi ancora compiuto un'orbita completa da quando è stato scoperto), con una distanza dal Sole che oscilla fra i 7,37 miliardi di km dell'afelio e i 4,43 miliardi di km del perielio. In un certo periodo dell'anno quindi esso si trova più vicino al Sole rispetto a Nettuno. La sua orbita ha ancora due caratteristiche che la differenziano da quelle degli altri pianeti: essa ha una spiccata eccentricità (0,24, quasi 15 volte quella della Terra) ed è molto inclinata rispetto al piano dell'eclittica, ovvero l'orbita della Terra (17,14°, rispetto per esempio ai 2,48° di Saturno).

Orbita di Plutone
Orbita di Plutone


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