13 maggio 2022
ore 17:26
di Valeria Pagani
tempo di lettura
4 minuti, 30 secondi
 Per tutti

Un colpo quasi fatale, quello inferto dal virus Sars Cov 2 alla società e all'economia globale. Di fronte alla gravissima situazione sanitaria e alla forte recessione economica, l'Unione Europea già da marzo 2020 ha risposto redigendo un ambizioso piano di ripresa. Il nome è Next generation UE e serve per aiutare i paesi membri a uscire dall'emergenza, diventando al contempo più sostenibili e resilienti. Per l'attuazione del piano è stato stanziato un fondo inedito, pari a 806 miliardi di euro, da utilizzare entro il 2026. Questo strumento temporaneo è volto a finanziare investimenti e riforme per favorire il rilancio economico degli stati nel paradigma della transizione ecologica e digitale. Una boccata di ossigeno all'economia così duramente provata.

Ben 723 miliardi dell'importo totale sono stati destinati al Recovery and Resilience Facility (dispositivo per la ripresa e la resilienza), venendo messi a disposizione dei singoli stati membri sotto forma di prestiti e sovvenzioni, al fine di redigere e portare a compimento un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR. Tale può essere definito come un piano di riforme e progetti da realizzare in tempi certi, che deve favorire la ripresa economica e sociale del paese tenendo sempre in considerazione l'aspetto ambientale. Il PNRR italiano è stato approvato dalla commissione europea con un importo di 191,5 miliardi, una somma enorme che, se pienamente utilizzata, aiuterebbe l'Italia a rialzarsi più forte dal duro colpo della crisi pandemica.

Quali sono gli obbiettivi del PNRR italiano? - L'obbiettivo del PNRR è quello di rendere la penisola un paese più equo, verde e inclusivo, con un'economia più dinamica e innovativa. È un piano di ampio respiro che tocca una moltitudine di aspetti della vita sociale ed economica del paese: dalla digitalizzazione alla ricerca, dalla salute all'inclusione sociale e ancora dalla transizione ecologica alla realizzazione di infrastrutture per una mobilità sostenibile. Aree d'intervento prioritarie, queste "missioni" (così sono state chiamate all'interno del piano) hanno lo scopo di rivoluzionare il corrente modello di sviluppo italiano, portandolo verso un paradigma più green ed innovativo, con uno sguardo aperto al futuro. Nelle missioni sono contenuti i progetti da realizzare, che dovranno avere un impatto concreto sulla realtà. Il piano è poi percorso trasversalmente da tre priorità: giovani, parità di genere e riduzione del divario tra Nord e Sud. Sono i tre principi che guidano gli investimenti e che hanno lo scopo di ridurre i profondi divari da tempo inesorabilmente presenti nel paese.

Il regolamento del Next Generation Ue prevede inoltre che un minimo del 37% della spesa programmata nel PNRR debba sostenere investimenti e riforme per far fronte alle odierne sfide climatiche ed ambientali, restando così in linea con il doppio obiettivo dell'unione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030. Il piano deve anche attenersi al principio Do No Significant Harm (DNSH), secondo cui nessun intervento deve arrecare danni significativi all'ambiente. Se non venisse rispettato questo principio, la pena sarebbe la mancata approvazione del PNRR.

Perché il piano pone un forte accento sulla sfida climatica? - Sulla base delle stime inserite nell'ultimo rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il mondo dovrà affrontare inevitabili e molteplici rischi nei prossimi due decenni a causa del cambiamento climatico. Secondo il gruppo di scienziati, quindi, il futuro del pianeta dipenderà in gran parte dalle scelte che l'umanità compie oggi. Di fronte a questo scenario, l'Unione Europea si sta dando da fare affinché ogni paese membro metta in atto rimedi e soluzioni per far fronte all'attuale crisi climatica. Così 59,6 miliardi di euro del piano nazionale italiano sono stati destinati alla missione "Rivoluzione verde e transizione ecologica", missione volta alla realizzazione di opere che hanno l'obiettivo di decarbonizzare il paese, aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili e incentivando il trasporto pubblico sostenibile, ma anche di accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici e sostenere gli investimenti nella ricerca. Progetti che rispondono alla necessità di agire e di farlo il prima possibile per dirigersi verso la tanto sperato decarbonizzazione dell'economia. 

E così alcuni progetti vanno a potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di riciclo dei materiali (dalla plastica ai RAEE), con lo scopo di migliorare l'economia circolare e la gestione dei rifiuti. Altri sono finalizzati a incrementare le quote di energie rinnovabili, semplificandone le procedure di autorizzazione e sviluppando progetti per l'utilizzo di idrogeno nei settori hard to abate, come quello siderurgico. E ancora, nella missione sono previste riforme volte a incentivare l'efficienza energetica degli edifici e migliorare la rete delle infrastrutture idriche, riducendone le perdite. Focus anche su uno dei settori di eccellenza dell'economia italiana, quello agroalimentare, per favorire una filiera sostenibile dalla lavorazione alla vendita, sostenendo la diffusione dell'agricoltura di precisione e l'ammodernamento dei macchinari. A conti fatti per l'Italia, un paese debole dal punto di vista sociale, economico ed ambientale, la messa in opera dei progetti contenuti nel PNRR è un'imperdibile opportunità di crescita e un'occasione unica per aprirsi al futuro.


Seguici su Google News


Articoli correlati