Rallenta la fusione dell'Artico. A inizio settembre la quantità di ghiaccio maggiore dal 2014
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Rispetto agli ultimissimi anni la fusione dei ghiacci artici durante la stagione estiva mostra segnali di rallentamento e nel 2018 l'estensione della banchisa si colloca al primo posto dal 2014, con 5,61 milioni di chilometri quadrati di estensione totale, 890 mila chilometri quadrati sopra il minimo storico per il mese che risale all'agosto 2012.
La zona più in salute dell'Artico risulta quella del cosiddetto Passaggio a Nordovest, dove sono ancora presenti elevate concentrazioni di ghiaccio. Qui le temperature della superficie del mare si sono mantenute per un lungo periodo vicine al punto di congelamento, oscillando tra +1 e -1°C, inibendo così il processo di fusione del ghiaccio, come confermato dagli scienziati presenti sulla nave rompighiaccio coreana Aaron, recentemente transitata in questa zona.
Per contro l'estensione del ghiaccio marino è rimasta bassa lungo i mari costieri dell'Oceano Artico, ad eccezione del Mare della Siberia orientale. Qui le temperature (ad una quota di 925hPaA) si sono mantenute mediamente 4°C al di sopra della media durante la stagione estiva, a differenza però della zona dell'Arcipelago Canadese dove hanno fatto registrare mediamente 4°C meno della media.
Ma a prescindere dall'andamento di quest'anno, che mostra fortunatamente un'inversione di tendenza, l'Artico rimane comunque in una situazione di sofferenza se raffrontato alle medie decennali con un'estensione di 1,59 milioni di chilometri quadrati al di sotto dell'estensione media del ghiaccio marino rispetto al periodo 1981 al 2010.