7 giugno 2023
ore 8:42
di Valeria Pagani
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 Per tutti


Non c'è dubbio che le Dolomiti siano conosciute in tutto il mondo per la loro straordinaria bellezza. Inserite nella lista del Patrimonio Naturale dell'Umanità, si contraddistinguono per i sublimi paesaggi e per l'unicità delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche. Le forme dure e severe delle guglie e dei campanili di pietra si alternano alla morbidezza dei fondovalle con le tinte verde smeraldo dei pascoli e delle foreste di conifere. Lo stupore che resta negli occhi di fronte a quei paesaggi non ha eguali e continua ad incantare innumerevoli viaggiatori e turisti. Ma quello stesso stupore si perde oggi alla vista e all'ascolto di miriadi di automobili e motociclette che affollano centri e passi dolomitici. Rombi di motori, code, clacson, aree cementificate per far spazio a parcheggi, susseguirsi di automobili al centro e ai lati della strada fanno di quei paesaggi e di quella quiete un motivo di stress e turbamento.

Si puo' dire che in certi periodi dell'anno le località ai piedi e sulle Dolomiti vadano incontro al fenomeno definito overtourism o "sovraffollamento turistico". Secondo questa definizione: l'impatto del turismo su una destinazione influenza in modo negativo la qualità della vita dei cittadini e dell'ambiente e la qualità stessa delle esperienze dei visitatori. Il turismo fonda la sua attrattività proprio sull'immaginazione, sull'idea che le persone si vanno della destinazione che raggiungeranno. E per quanto riguarda le Dolomiti, la fantasia ad esse associata è quella di natura e quiete. Aspettative disattese nel momento in cui l'esperienza che si vive è quella dell'imbottigliamento, del rumore e del traffico, come se si fosse nel centro di una frenetica città. Fattori di disturbo che hanno impatti negativi non solo sulla percezione dei turisti, ma sull'ambiente stesso. La montagna è infatti casa di una grande biodiversità grazie alla presenza di spazi ad alta naturalità, ma è anche un territorio più vulnerabile di fronte ai cambiamenti climatici e più fragile per la sua morfologia votata alla verticalità. Se da una parte la montagna ha un alto rischio di deterioramento, dall'altra è però un bene comune, non esclusivo. Di fronte a questa situazione, la sfida oggi è trovare soluzioni che concilino il carattere di "patrimonio pubblico"; della montagna con la necessità di tutelarne i delicati equilibri.

Il progetto Dolomiti Low Emission Zone è una proposta che va in questa direzione. Nel Ottobre del 2022 i Ministri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, e dell'Innovazione Tecnologica eTransizione Digitale, Vittorio Colao, hanno firmato un protocollo d'intesa con le Province Autonome di Bolzano e Trento, la provincia di Belluno e la Regione Veneto per monitorare e regolare il traffico e ridurre l'inquinamento sulle montagne patrimonio dell'Unesco. Il progetto prevede l'istituzione di un comitato tecnico che dovrà raccogliere i dati relativi al traffico di automobili, individuare misure per facilitare la mobilità sostenibile e promuovere l'integrazione della mobilità privata e pubblica con gli impianti di risalita esistenti. Nel dettaglio il progetto si articola in sei azioni: regolamentazione del traffico con sistema digitale; creazione e digitalizzazione di aree di parcheggio di interscambio; rafforzamento del trasporto pubblico locale; incentivazione degli impianti di risalita; incentivazione della mobilità attiva; miglioramento della qualità della vita e dell'esperienza turistica. Dolomiti Low Emission Zone vuole rappresentare uno strumento nuovo e innovativo per attivare una strategia di mobilità sostenibile".

Sulla scia di questo progetto, nei primi mesi del 2023 CasaCosta1956 insieme a un corposo comitato scientifico - tra cui Mountain Wilderness - hanno lanciato la proposta Car is over - Nel silenzio dei passi, il canto delle dolomiti. Un progetto pilota per la regolamentazione del traffico sui quattro passi: Gardena, Pordoi, Sella, Campolongo. Le associazioni hanno avanzato l'idea di chiudere i passi al traffico automobilistico e motociclistico tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 12:00, domenica e festivi inclusi durante l'estate del 2023. Un'idea che si discute da anni, proposta anche nel 2016 da Messner che aveva identificato come soluzione quella della chiusura dei passi per 5-6 ore al giorno alle auto e alle moto. Ma da allora molti ristoratori e operatori turistici hanno opposto ritrosie e rifiuti, temendo la riduzione delle loro entrate. Oggi però si è capito che ha più potere attrattivo un'offerta basata sulla qualità e sulla sostenibilità dell'esperienza. Se infatti da una parte l'impatto dell'overtourism può mettere in crisi la capacità di accoglienza delle aree montane, dall'altra un'offerta gestita in maniera sostenibile può portare grandi benefici non solo alle comunità locali, ma anche ai turisti stessi.


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