Ritrovati batteri vivi nei ghiacci polari, nuove ipotesi sul clima e il concetto di vita nell'universo
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Una nuova ricerca riportata nel Journal of the Royal Society Interface , apre nuovi scenari sulle ipotesi climatiche e sul concetto di vita nell'universo. Un team di scienziati glaciologi ha ritrovato all'interno di molti campioni di ghiaccio sia artici che antartici dei batteri ancora vivi. Un'attività microbica tutt'altro che trascurabile che ha due importanti risvolti sul piano scientifico. Come prima conseguenza, il fatto di aver osservato batteri metabolicamente attivi nel ghiaccio e nella neve più incontaminati è la conferma che la vita può proliferare in ambienti in cui non ci si aspetterebbe che esista. Questo significa che nell'universo conosciuto pianeti ritenuti inospitali potrebbero essere invece in grado di sostenere la vita.
Ma c'è una conseguenza importante anche sul piano climatico. Attraverso lo studio di carote di ghiaccio profonde risalenti a migliaia di anni fa, gli scienziati erano risaliti alla composizione dell'atmosfera sulla Terra prima dell'era industriale. I contenuti di CO2 ritrovati all'interno delle carote venivano assunti come i contenuti di CO2 presenti nell'atmosfera e il confronto con i contenuti di anidride carbonica attuali dava un'esatta misura dell'impatto antropico sul clima.
Ma Batteri e microbi, proprio come tutti gli esseri viventi, respirano sfruttando l'ossigeno e producendo anidride carbonica. Una parte della CO2 ritrovata all'interno di questi ghiacci antichi viene quindi da questa attività batterica e non può essere considerata come appartenente all'atmosfera antica. Il che significa che l'atmosfera dell'era pre industriale era persino più povera di CO2 di quanto potessimo immaginare. Il che porta a una drammatica considerazione, che l'azione antropica dell'uomo sul clima oggi sia molto più pesante di quanto si credesse.