22 novembre 2017
ore 9:46
di Lorenzo Badellino
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Tracce di rutenio-106 osservate in Italia
Tracce di rutenio-106 osservate in Italia

In autunno una nube di rutenio-106 era stata osservata tra l'Italia settentrionale e buona parte del resto d'Europa, la stessa che pochi giorni fa è stata segnalata dal servizio meteorologico di Roshydromet, in quantità di circa un migliaio di volte oltre la norma. La sorgente della nube radioattiva corrisponde all'impianto di Mayak, nella regione di Chelyabinsk, una delle zone più contaminate del nostro Pianeta, a sud degli Urali.

In Italia invece, come nel resto d'Europa, la concentrazione di rutenio-106 è stata minima, soltanto di alcuni microbecquerel per metro cubo, ovvero milioni di volte sotto il livello di rischio. Il rutenio-106 tende dapprima a disperdersi nell'aria e in seguito si deposita al suolo. La sua azione radioattiva può presentare quindi dei pericoli di contaminazione soltanto sui prodotti alimentari ed entro un raggio non superiore ad una ventina di chilometri dalla sorgente, tanto che in Italia e nei paesi confinanti i suoi effetti sono del tutto trascurabili.

Federico Rocchi, del Dipartimento di Sicurezza Nucleare dell'Enea, spiega che il rutenio-106 viene prodotto nei reattori nucleari e poi processato per essere usato in medicina, contro i tumori dell'occhio. Probabilmente il rilascio è avvenuto in questa fase di lavorazione. Se si fosse trattato di un incidente in una centrale nucleare operativa avremmo osservato anche altri elementi radioattivi. Ma così non è stato.


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