29 agosto 2017
ore 14:45
di Edoardo Ferrara
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Il Lago Pilato prosciugato a sinistra, e come sarebbe in condizioni normali a destra
Il Lago Pilato prosciugato a sinistra, e come sarebbe in condizioni normali a destra

LAGO DI PILATO PROSCIUGATO - Un vero e proprio gioiello sui Sibillini, nonchè ecosistema molto raro, il lago di Pilato sorge ai piedi del Monte Vettore e costituisce uno degli ultimi residui glaciali dell'Appennino. Ci troviamo precisamente al confine tra Marche e Umbria, in piena zona sismica:il Lago si trova a 1900m di altezza ed è accessibile solo a piedi. Viene nominato il 'Lago con gli occhiali' per la sua particolare forma, costituita da due anelli concentrici che poggiano su altrettante conche e che nei periodi di piena risultano uniti da una sottile striscia d'acqua. Questo lago risulta ora completamente prosciugato dalla persistente siccità e dalle condizioni di caldo intenso, considerato che l'approvvigionamento di acqua deriva dalle precipitazioni e dalla fusione del manto nevoso stagionale. E' pur vero che lo scorso Inverno è nevicato molto, ma la Primavera e soprattutto l'Estate sono risultate particolarmente avare di piogge. 

Dopo le forti scosse di terremoto avvenute a partire dall'Agosto dell'anno scorso, il territorio è stato costantemente monitorato. Secondo il presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche, Pietro Farabolini: "la carenza idrica legata alla persistenza del periodo siccitoso rappresenta l'unica causa della scomparsa degli occhiali". Un segno evidente di come "l'evapotraspirazione sia stata la variabile dominante nella perdita del livello idrico. Il terremoto dunque non avrebbe influito, anzi il deposito di ulteriore materiale roccioso a seguito delle frane avrebbe dovuto inspessire ulteriormente la conca e semmai alzare il livello dell'acqua. Questo punto però resta ancora controverso nella comunità scientifica. 

Il Lago di Pilato è anche noto per essere l'habitat di un crostaceo rarissimo che vive solo li: il Chirocefalo del Marchesoni. Si presuppone che il crostaceo possa sopravvivere grazie alla presenza di larve resistenti sul fondale, ma anche di umidità e/o lingue di ghiaccio presenti nel manto roccioso che costituisce la base delle conche. 


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