19 giugno 2023
ore 6:04
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Attualmente l'utilizzo delle rinnovabili nel mondo copre una bassa percentuale dell'energia prodotta, solo il 13.5% del totale anche se in costante crescita. Gli sforzi perché possano definitivamente rimpiazzare i combustibili fossili devono aumentare, solo cosi potremo frenare il deterioramento climatico e garantire alle generazioni future fonti di energia illimitate. L'ultima ricerca sulla disponibilità di materia prima per la costruzione di impianti rinnovabili ha messo in evidenza che l'obiettivo di alimentare il mondo intero con energia green è raggiungibile ma serve estrarne di più e in modo più efficiente

La costruzione di infrastrutture rinnovabili richiede una notevole varietà di materiali, come Alluminio, cemento, Terre Rare, ma anche elementi più specifici come il polisilicio per i pannelli solari. Le turbine eoliche hanno bisogno di fibra di vetro per le pale e metalli particolari per i motori. Entro il 2050 potrebbero essere necessarie quasi 2 miliardi di tonnellate di acciaio e 1,3 miliardi di tonnellate di cemento per le infrastrutture energetiche. Per soddisfare questa domanda, la produzione di metalli delle terre rare, come disprosio e neodimio (usati nei magneti delle turbine eoliche) dovrà aumentare di quattro volte nei prossimi decenni. Anche il polisilicio andrà a ruba, con il mercato globale che prevede un aumento del 150% entro il 2050.

La sfida principale sarà riuscire a tirar fuori dal terreno tutta quella materia prima senza creare  troppi danni ambientali o sociali, come la costrizione degli indigeni a lasciare le loro terre o condizioni di lavoro ingiuste e sfruttamento. Se non riusciremo a fare questo, la transizione verso le energie rinnovabili sarà una lunga scia nera.


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