1 febbraio 2023
ore 12:08
di Carlo Migliore
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2 minuti, 50 secondi
 Per tutti

Tutti conosciamo il significato del termine "allevamento intensivo", si tratta di una pratica molto comune che tende ad ottenere il massimo rendimento al minor costo possibile e in tempi brevi. Questo si traduce nella nascita di vere e proprie fabbriche di animali in cui ciascuna fase dell'allevamento è automatizzata e standardizzata. Sebbene ad oggi si sia più consapevoli delle condizioni di vita degli animali in questo tipo di allevamenti, si stima che la produzione annuale di questo settore si aggiri intorno ai 350 milioni di tonnellate di carne. Ora, senza entrare in considerazioni etiche che esulano dall'obiettivo di questo approfondimento, c'è un fatto incontrovertibile. Gli allevamenti intensivi sono nemici del clima e dell'ambiente, si calcola che ogni anno almeno il 15% dell'anidride carbonica immessa in atmosfera provenga da questo settore, ben 704 milioni di tonnellate di CO2 senza contare altri tipi di impatto come l'utilizzo del suolo per la produzione di mangimi, l'inquinamento delle deiezioni animali ecc. Nella sola comunità europea circa il 63% delle terre arabili viene utilizzata per produrre solo mangimi animali! Tutto ciò ovviamente non rientra nel programma di sostenibilità e per il prossimo futuro le cose potranno solo peggiorare considerando un aumento della popolazione e un conseguente aumento del consumo di carne.

Negli ultimi anni, sono molte le aziende e gli scienziati che hanno impiegato risorse e tempo per trovare soluzioni a questo problema. L'alternativa migliore, ad oggi, prevede una graduale riduzione del consumo di carne e una transizione verso l'alimentazione vegetale o in provetta, che garantirebbe una forte riduzione delle emissioni di gas serra. Si sente sempre più spesso parlare di carne vegetale o di carne sintetica. Per molti, queste varianti possono sembrare identiche tra di loro, in realtà vengono prodotte in modo diverso. La carne vegetale ha infatti una base di verdure, legumi e cereali mentre la carne sintetica viene realizzata in laboratorio con cellule animali coltivate in provetta, cellule che riproducendosi, con il tempo producono elevate quantità di carne. Il business della carne vegetale o "fake meat", la quale simula sia per aspetto, consistenza e sapore, la carne "reale", è in crescita. Si stima infatti che entro il 2040 il suo valore raggiunga circa 450 miliardi di dollari. Al contrario il mercato della carne sintetica va a rilento, a causa degli elevati costi di produzione che ne rallentano la diffusione. Tuttavia, i risultati sono positivi. Si prevede infatti, che in soli due mesi sia possibile produrre fino a 50mila tonnellate di carne, prelevando almeno dieci cellule muscolari animali

Da un punto di vista ambientale, queste alternative rappresentano il futuro e la direzione che il mercato della carne prenderà nei prossimi anni. Infatti, nel breve termine, l'impatto ambientale della carne coltivata in laboratorio e di quella vegetale produrrebbe solo il 4% di gas serra e ridurrebbe i consumi energetici di circa il 45%. Ad oggi, molte aziende stanno lavorando per rendere possibile la diffusione in larga scala di queste alternative. Lo stesso Bill Gates ha investito circa 75 milioni di dollari nell'azienda americana "Impossible Foods". E in Italia? Gli italiani al momento non vogliono proprio saperne di carne artificiale, circa il 95% non la consumerebbe mai ....


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