22 maggio 2020
ore 14:16
di Carlo Migliore
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 Per tutti

L'Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui rischio sismico, rischio idrogeologico e rischio vulcanico si sovrappongono. Per densità di popolazione e ridotta estensione areale c'è solo il Giappone che ci batte e ci batte anche in materia di prevenzione. Il rischio sismico nel nostro paese è legato essenzialmente all'orogenesi alpina ed appenninica, due giganteschi eventi tettonici avvenuti in epoche diverse (le Alpi circa 100 milioni di anni fa e l'Appennino circa 20 milioni) che hanno letteralmente accavallato quelle che un tempo erano delle zone di pianura o di mare producendo i sistemi montuosi che oggi vediamo. Durante questi processi orogenetici si sono originati enormi sistemi di faglia che attraversano i rilievi nella loro lunghezza.

E' proprio in corrispondenza di queste faglie che si sono sviluppati storicamente i più grandi eventi sismici della nostra storia ed è proprio sulla base di questa "storia sismica" che si sono costruite nel tempo quelle che vengono comunemente chiamate "carte di rischio sismico". Generalmente sono due i parametri che vengono presi in considerazione, l'accelerazione del suolo e l'intensità macrosismica. L'accelerazione del suolo (sopra) è in sostanza il grado di scuotimento che può subire un terreno in caso di terremoto mentre l'intensità macrosismica (sotto) valutata secondo il parametro MCS (scala Mercalli), il grado di danni che ha causato l'evento. Evidentemente maggiore sarà l'accelerazione del suolo , maggiore sarà anche il danno causato dal terremoto ed è per questo che i due parametri sono mutuamente legati.

Come si può facilmente notare le due cartine sono praticamente sovrapponibili, le aree a maggiore accelerazione sono anche quelle a maggiore intensità macrosismica. Le zone a maggior rischio terremoto sono situate nelle Alpi orientali e nell'Appennino centro-meridionale, quelle a minor rischio in Sardegna, sul medio Tirreno e sulle restanti zone alpine e prealpine, anche se un incremento dell'attività sismica si può registrare verso i confini con la Svizzera (l'ultimo episodio avvenuto lo scorso 6 Marzo con evento di 4.4° Richter non molto lontano da Lucerna). 

Friuli, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia le regioni che contengono le porzioni più ampie di zone ad alta criticità, regioni storicamente colpite da eventi disastrosi come il terremoto di Gemona del 1976, quello della Marsica del 1915, quello dell'Irpinia del 1980, quello del Belice del 1968, quello di Reggio e Messina del 1908. 

Come mai la Sardegna risulta per la totalità estranea ad eventi sismici intensi? - La Sardegna geologicamente non fa parte dell'Italia, non ha partecipato ne all'orogenesi alpina ne a quella appenninica. La Sardegna è un pezzo di storia della terra antichissimo, risale addirittura al paleozoico, essendo così antica, le forze di orogenesi giovani non la interessano più ormai da milioni di anni...


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