20 ottobre 2020
ore 9:28
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Erano da poco passate le 23 in Italia, per la precisione le 23:07 quando i sismografi della rete nazionale hanno registrato l'arrivo di un'onda sismica molto lontana, partita dall'Alaska ben 13 minuti prima alle 22:54 e che aveva viaggiato per migliaia di chilometri attraversando l'intero pianeta. Il terremoto è stato violento, di magnitudo 7.5 sulla scala Richter ed ha avuto una profondità ipocentrale molto bassa, solo 20km. Un terremoto potenzialmente distruttivo per un raggio di almeno 50km dall'epicentro ma per fortuna si è verificato in mare abbastanza lontano dai centri abitati, a circa 100 chilometri da Sand Point, vicino alla penisola aleutiana nella parte sud-occidentale dello stato dove è stato nettamente avvertito ma non ha fatto danni.

Terremoti del genere possono produrre un altro evento distruttivo, uno tsunami. Le sirene di allarme Tsunami hanno suonato subito dopo la prima scossa lungo tutta la costa orientale degli Stati Uniti e sulle isole Hawaii, poi l'attesa, interminabile....finché non è arrivata l'onda. Un'onda per fortuna ridotta ma non trascurabile che ha avuto un run up, un punto di massima altezza fino a 1.3m. Onde del genere possono comunque causare dei problemi nelle zone portuali ma anche in questo caso non sono stati segnalati danni particolari.

L'Alaska è zona di forti terremoti, quella parte dello stato borda la zona settentrionale della tristemente nota cintura di fuoco del Pacifico ed è capace di generare terremoti devastanti. Il 27 marzo del 1964 un sisma di magnitudo 9.2 interessò la penisola di Valdez causando 143  vittime e un gigantesco tsunami che si abbatté fino alle isole Hawaii. Fu uno dei tre terremoti più forti della storia.


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