23 maggio 2023
ore 12:15
di Lorenzo Badellino
tempo di lettura
1 minuto, 15 secondi
 Per tutti

Era un pomeriggio del 23 maggio 1953 e i torinesi erano reduci da una serie di giornate roventi alle soglie dell'avvio dell'estate meteorologica che sarebbe iniziata una settimana più tardi. Qualche giorno prima, il 21 maggio, nel capoluogo piemontese si toccarono addirittura i 35.8°C di temperatura massima. Infiltrazioni di aria più fresca, umida ed instabile risalirono la Pianura Padana generando un temporale di una forza inaudita che si scatenò sulla città verso le 19,30, accompagnato da raffiche di vento di intensità estrema.

I 47 metri finali della guglia della Mole Antonelliana (168m di altezza), costruiti interamente in mattoni con un peso complessivo di circa 400 tonnellate, crollarono sotto la furia del vento e rotolarono sui sottostanti giardini della sede regionale della Rai, provocando un boato spaventoso che venne udito da molti cittadini ma miracolosamente senza coinvolgere alcuna persona.

Dal giorno seguente i torinesi si dovettero abituare ad osservare il simbolo della loro città quasi dimezzato, ma ben presto partirono i lavori di restauro per ridare il più in fretta possibile ai torinesi il naturale volto della loro città. Il giorno seguente, infatti, i primi otto muratori salirono sulla Mole per iniziare la ricostruzione, sospesi a 120 metri di altezza sul suolo della città. Questa volta però la guglia del simbolo di Torino non fu più costruita solo in mattoni, ma rinforzata in modo da riuscire ad affrontare eventuali simili eventi atmosferici senza subire conseguenze.


Seguici su Google News


Articoli correlati