30 marzo 2017
ore 10:34
di Manuel Mazzoleni
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La firma di Trump sul nuovo decreto (Twitter)
La firma di Trump sul nuovo decreto (Twitter)

Come si temeva il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, ha firmato ieri il decreto che di fatto cancella l'adesione degli USA ai recenti accordi di Parigi sui cambiamenti climatici. Si tratta certo di un colpo durissimo visto che il Paese statunitense è la seconda nazione più inquinate dopo la Cina. Secondo le parole di Trump "da oggi creiamo nuovi posti di lavoro grazie alle energie fossili. L'America ricomincia ad essere vincente, con gas e petrolio". Il decreto intitolato Energy Indipendence Order è stato emanato al fine di rendere gli USA autosufficienti a livello energetico togliendo i vincoli di emissione di CO2 e altri gas serra, dando nel contempo via libera alle trivellazioni in tutto il Paese.

Ma cosa cambia rispetto a prima?

Il decreto in primis cancella la Clean Power Plan che imponeva l'abbattimento delle emissioni carboniche da parte delle centrali elettriche, remando quindi controcorrente rispetto ai restanti Paesi che a Parigini si sono impegnati in tal senso. Trump abolisce anche le restrizioni che Obama impose sulle trivellazioni costiere, sui permessi di sfruttare miniere nelle terre di proprietà pubblica (federale), sulle emissioni di metano dagli oleodotti.

Trump punta quindi all'autosufficienza energetica, nonostante negli ultimi anni in realtà la produzione domestica di energia era già aumentata in modo notevole. Ricordiamo che da anni ormai gli Stati Uniti non importano petrolio dal Golfo Persico, anzi hanno perfino ricominciato ad esportare. A contrastare la contro-rivoluzione di Trump non ci sono solo gli ambientalisti, sempre più sul piede di guerra, ma anche una dinamica di mercato che rende il carbone troppo caro, e il petrolio meno redditizio di una volta. Vediamo come reagirà ora la Cina, di colpo la maggiore potenza economica rimasta fedele agli accordi stipulati a Parigi.


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