La stazione spaziale cinese Tiangong-1 si avvicina a grande velocità. E' sotto i 200 km

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28 marzo 2018
ore 7:36
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti

AGGIORNAMENTO 28/03/2018 - La stazione spaziale cinese Tiangong-1 continua ad avvicinarsi a grande velocità verso la nostra Terra. Secondo gli ultimi dati rilevati si trova a una distanza media di 200 km e continua a scendere a un ritmo di circa 4/5 km al giorno. Secondo quanto rilevato dall'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione 'A. Faedo del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) non si conosce ancora la zona interessata dall'impatto. Secondo stime aggiornate il rientro potrebbe avvenire il primo aprile con il margine di un giorno in più o in meno, quindi fra il 31 marzo e il 2 aprile. 

Al momento ogni previsione è indicativa perché ci sono ancora numerose variabili da prendere in considerazione. Ad esempio, il rientro potrebbe essere anticipato da eventuali tempeste geomagnetiche, oppure potrebbe modificare il modo in cui il veicolo è orientato nello spazio, diventando più aerodinamico. Idee ragionevolmente più affidabili sulla finestra di rientro saranno possibili soltanto nelle ultime 36 ore, ha precisato Anselmo del Cnr. 

Grazie all'ausilio dei radar americani, russi e tedeschi nelle 6 ore prima dell'impatto gli scienziati saranno in grado di escludere il 97% delle aree della fascia attualmente a rischio, ovvero quella che si trova tra i 42.8°N e 42.8° Sud. Per quanto concerne l'Italia d Firenze in giù. 

Anche la protezione civile ha emesso norme da seguire qualora alcuni frammenti raggiungessero il nostro territorio:

Ricordiamo che eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi.

Tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire, pur nell'incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all'impatto:

• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;

• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;

• all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;

• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto;

• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all'impatto e contenere idrazina. In linea generale, si consiglia a chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, di segnalarlo immediatamente alle autorità competetenti.




Rappresentazione grafica della stazione spaziale Tiangong1 (Fonte immagine: flickr.com/photos/kordite)
Rappresentazione grafica della stazione spaziale Tiangong1 (Fonte immagine: flickr.com/photos/kordite)

Secondo la nota emessa dell'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione 'A. Faedo' del Cnr la percentuale che i frammenti della stazione spaziale cinese Tiangong-1 raggiungano la Terra è solo dello 0,2% delle possibilità. Il suo impatto sulla Terra è previsto per il giorno di Pasqua, 1° aprile 2018, alle 10.25, ora di Greenwich, dunque le 12.25 in Italia, e potrebbe coinvolgere la zona compresa tra l'Emilia Romagna e Lampedusa. Ma né la traiettoria esatta del rientro né il punto d'impatto sono però ancora certi: solo 36 ore prima della caduta si avremo maggiori informazioni sull'area che potrebbe essere interessata. Ma capiamo meglio che cos'è la Tiangong-1

CHE COS'È TIANGONG-1?

Tiangong-1 è la prima stazione spaziale cinese, lanciata in orbita il 29 settembre 2011. Sempre nello stesso anno, più precisamente a novembre, la stazione è stata agganciata dalla navicella Shenzhou-8 senza equipaggio. I primi tre astronauti sono saliti a bordo, trasportati da Shenzhou-9, nel giugno 2012, trascorrendovi 9 giorni e mezzo. Il secondo e ultimo equipaggio di tre astronauti si è agganciato alla stazione, con Shenzhou-10, nel giugno 2013, trascorrendovi 11 giorni e mezzo.

QUANTO È GRANDE E QUANTO PESA?

Tiangong-1 è composta di due moduli cilindrici montati uno sull'altro: quello di servizio, con un diametro di 2,5 m, e quello abitabile, con un diametro di 3,4 m, per una lunghezza complessiva è di 10,5 m. La struttura è alimentata dai 2 panelli solari, larghi 3 m e lunghi 7 m. Al momento del lancio la stazione pesava 8506 Kg, ma una piccola fetta era rappresentata dal propellente. Secondo recenti calcoli la massa attuale oscillerebbe tra i 7500 e i 7550 Kg.

Schema delle missioni sulla Stazione Spaziale Cinese. Credits: www.en.people.cn
Schema delle missioni sulla Stazione Spaziale Cinese. Credits: www.en.people.cn

A COSA SERVIVA?

La stazione è stata pensata e costruita come laboratorio-test per esperimenti e attracco delle varie navette Shenzhou. Essa fa parte del ben più ampio Programma Tiangong che vuole vedere la Cina avere nello spazio una stazione orbitante da 20 tonnellate (su modello della Mir) entro il 2022 e in Tiangong un modulo di rifornimento, chiamato Tianzhou. Grazie al lavoro svolto durante le due missioni e ai dati raccolti da remoto il team cinese è riuscito a monitorare le condizioni degli oceani e delle aree verdi del pianeta, contribuendo anche a definire le zone più colpite durante l'alluvione della città cinese di Yuyao.

QUANDO E' FINITO IL SUO UTILIZZO?

L'attività di monitoraggio è cessata verso la fine del 2016, quando l'agenzia spaziale cinese ha messo in orbita la sua seconda stazione spaziale, la Tiangong-2. Già a fine marzo 2016, l'Agenzia spaziale cinese aveva comunicato di non ricevere più i dati di telemetria del laboratorio dal giorno 21. Questo ha comportato l'annullamento del programma di rientro controllato in atmosfera, con distruzione sicura nelle acque dell'Oceano Pacifico.

Rappresentazione della futura Stazione Spaziale Cinese una volta finita. Credits: it.blastingnews.com
Rappresentazione della futura Stazione Spaziale Cinese una volta finita. Credits: it.blastingnews.com

COSA È SUCCESSO DAL 2016 A OGGI?

La stazione è passata dai 360 km di quota media nel dicembre 2016 ai 290 km dei primi di dicembre 2017. A metà febbraio 2018 il perigeo è sceso a 253 km.

QUANDO SI PARLA DI RIENTRO IN ATMOSFERA?

Non esiste un limite preciso sotto il quale gli oggetti in orbita attorno alla Terra rientrano in atmosfera. Tuttavia, esiste un'interfaccia convenzionale, fissata alla quota di 120 km, al di sopra della quale un'orbita circolare è ancora marginalmente possibile, anche se di brevissima durata, mentre al di sotto no. Si parla quindi di rientro nell'atmosfera quando un veicolo spaziale scende alla quota di 120 km. Sino alla quota di 80 km generalmente tutti gli oggetti rimangono ancora integri, ecco così che si parla di previsioni di rientro, quando essi scendono sotto tale quota.

COSA SUDDERA' A CAVALLO DELLA PASQUA?

Come accennato prima si parlerà di rientro in atmosfera quando la stazione scenderà sotto i 120 km di quota. Da lì in avanti l'attrito si farà via via più intenso, compromettendo l'integrità della struttura. Tra i 110 e i 90 km si potrebbero staccare i pannelli solari e le antenne sporgenti, mentre la struttura centrale inizierà a mostrare danni sotto gli 80 km. Sotto tale quota il lungo cilindro dovrebbe rompersi in svariati pezzi per l'azione congiunta di forze e riscaldamento.Da li in avanti ogni pezzo generato avrà un finale differente: tutto dipenderà dalla sua forma, composizione e struttura. Gran parte della massa si vaporizzerà ad alta quota, ma se il satellite è sufficientemente massiccio e contiene componenti particolari, come serbatoi di acciaio o titanio e masse metalliche in leghe speciali, la caduta al suolo di frammenti solidi a elevata velocità, fino a qualche centinaio di km/h, è possibile.

QUALCOSA RAGGIUNGERÀ' IL SUOLO TERRESTRE?

Non si sa ancora con precisione quanto materiale riuscirà ad arrivare sino alla superficie. Sicuramente qualcosa arriverà. Molto dipenderà se i 3 quintali e mezzo di propellente ancora a bordo genereranno un'esplosione oppure no. Secondo le stime i frammenti macroscopici sarebbero al massimo poche decine.

DOVE CADRANNO I FRAMMENTI?

I frammenti in grado di sopravvivere dovrebbero precipitare su un'area di forma approssimativamente rettangolare, lunga dagli 800 ai 2000 km, nella direzione del moto, e larga circa 70 km, perpendicolarmente alla direzione del moto. Il rientro, secondo le ultime proiezioni, potrebbe avvenire in qualunque località del pianeta compresa tra i 43 gradi di latitudine sud e i 43 gradi di latitudine nord. Tuttavia, tenendo conto che i frammenti, a causa di un'eventuale esplosione ad alta quota, potrebbero allontanarsi anche di un centinaio di km rispetto alla traiettoria originaria. La probabilità che il rientro avvenga nella fascia di latitudine compresa tra i 35 e i 43 gradi nord, si aggira intorno al 18%.

Potential Re-entry Area
Potential Re-entry Area

QUALI RISCHI COMPORTEREBBERO?

I rischi possibili sono di due: di natura meccanica e chimica. Il rischio meccanico è quello derivante dall'urto di frammenti a elevata velocità con ciò che si trova al suolo. Quello chimico è rappresentato dai circa 230 kg di tetrossido di azoto e 120 kg di monometilidrazina ancora a bordo della stazione che potrebbero contaminare i frammenti durante il rientro.

CHI STA CONTROLLANDO IL RIENTRO?

Il rientro di Tiangong-1 è monitorato da numerosi enti, sia pubblici che privati sparsi in tutto il mondo. In Italia il Laboratorio di Dinamica del Volo Spaziale dell'Istituto ISTI del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), a Pisa, attivo in questo settore dal 1979, da molti mesi ormai analizza l'evoluzione orbitale dell'oggetto ed elabora autonomamente previsioni di rientro distribuite a enti nazionali e internazionali.


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