Un satellite studierà i terremoti dallo spazio
Da una collaborazione Italo-Cinese il nuovo progetto di ricerca che analizzerà le alterazioni elettriche e magnetiche dell'atmosfera che a volte precedono i grandi terremoti per capire se è possibile prevederli.
2 minuti, 2 secondi
Un team composto da scienziati italiani e cinesi andrà a caccia di segni premonitori per i grandi terremoti. Si tratta di documentare scientificamente quello che si teorizza sulla relazione esistente tra lo stress che si forma all'interno delle rocce prima di un forte terremoto e le perturbazioni elettromagnetiche nella fascia alta dell'atmosfera. Avrete senz'altro sentito parlare delle famose luci sismiche o luci telluriche,(qui un approfondimento). Si tratta proprio di quello , un satellite che è stato appena lanciato dalla base di Jiuquan nel deserto di Gobi cercherà di catturarle e studiarle.
Nessuno più dei cinesi conosce i drammi legati ai forti terremoti, nel solo secolo scorso gli eventi sismici in Cina hanno provocato quasi un milione di vittime. Questo satellite, chiamato Cses (Chinese Seismo-Electromagnetic Satellite) è stato costruito proprio in Cina con strumenti calibrati e in parte realizzati in Italia, dalla sua orbita a 500 chilometri di altezza, per 5 anni osserverà il comportamento delle particelle cariche alla ricerca di un rapporto con le scosse sismiche.
"La prima osservazione di questo fenomeno risale agli anni '90, a bordo della stazione spaziale russa Mir" spiega Piergiorgio Picozza, professore all'università Tor Vergata, ricercatore ed ex vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l'Istituto che con l'Agenzia Spaziale Italiana, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, il Cnr e varie università del nostro paese ha contribuito al progetto. "Ci si accorse che poche ore prima di alcuni grandi terremoti si verificavano delle perturbazioni nelle fasce di Van Allen". In queste regioni dell'alta atmosfera (si arriva fino a 40mila chilometri di altezza) il campo magnetico terrestre intrappola le particelle ad alta energia che provengono dal vento solare o da altre radiazioni cosmiche.
Circa 40 minuti prima del terremoto di magnitudo 9 di Tohoku, nel 2011 in Giappone, gli strumenti rilevarono un aumento del numero di elettroni nella ionosfera (fra i 50 e i 1000 chilometri di altezza, una fascia in cui si affollano numerose particelle cariche). "Ma purtroppo anche l'attività solare e la presenza di grandi infrastrutture costruite dall'uomo possono influenzare il comportamento delle fasce di Van Allen" prosegue Picozza. "Obiettivo di Cses sarà capire se le fasi preparatorie di terremoti ed eruzioni hanno un effetto visibile, fornendoci un segnale con alcune ore di anticipo rispetto alla scossa sismica o all'attivazione di un vulcano".