Una barriera per ripulire il Pacifico dall'enorme quantità di rifiuti galleggianti
E' iniziata la sperimentazione di un nuovo sistema per catturare l'enorme quantità di rifiuti di plastica che galleggia nel mezzo dell'Oceano Pacifico.
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Ne avrete sicuramente sentito parlare, nel mezzo dell'Oceano Pacifico nel corso degli ultimi 50 anni ma soprattutto a partire dagli anni '80, si è formata una gigantesca isola galleggiante fatta interamente di rifiuti di plastica provenienti dal continente asiatico e da quello americano. Si trova approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord più o meno a metà tra le Hawaii e la California ed è più grande della Penisola Iberica.
Un progetto molto ambizioso, costato decine di milioni di dollari e portato avanti da Ocean Cleanup, un'organizzazione senza scopo di lucro, mira a dimezzare la grandezza di questa isola nel corso dei prossimi 5 anni. L'idea è utilizzare una grande barriera galleggiante che, trasportata dai venti e dalle correnti, passi attraverso la chiazza e trattenga quanta più plastica possibile. Al di sotto dei galleggianti della barriera c'è una fitta rete che raggiunge una profondità di 3 metri circa, in modo da recuperare quanta più plastica possibile, che galleggiando difficilmente raggiunge profondità maggiori.
La barriera viene trasportata da un rimorchiatore fino all'area in cui si trova la chiazza, poi viene lasciata libera di seguire le correnti. Così facendo, dicono i suoi progettisti, assume una forma a "U", ideale per intrappolare al suo interno i detriti galleggianti. Periodicamente una nave raggiunge la barriera, dotata di sensori satellitari, e provvede a vuotarne il contenuto, riportando verso la terraferma l'immondizia che potrà poi essere riciclata. Il varo dell'operazione si è avuto nello scorso weekend nella baia di San Francisco