14 giugno 2022
ore 15:08
di Valeria Pagani
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 Per tutti

Valeria Barbi è politologa, naturalista e divulgatrice scientifica. Consulente esperta di biodiversità e cambiamenti climatici, lavora con il settore pubblico e privato per definire strategie di comunicazione incentrate sulla transizione ecologica. E' coordinatrice di corsi in Italia e all'estero, fa parte della Faculty della 24Ore Business School ed è docente presso l'ISPI. A giugno 2022 è stato pubblicato il suo libro "Che cos'è la biodiversità" a cura di Edizioni Ambiente. È ideatrice e coordinatrice scientifica di WANE- We Are Nature Expedition, un viaggio di un anno per indagare la perdita di biodiversità e il rapporto tra uomo e natura lungo la Panamericana.

Perché oggi è importante parlare di biodiversità?

"Oggi parliamo di crisi climatica, ma in realtà stiamo affrontando una crisi ecologica a 360 gradi. Questa crisi comporta una enorme perdita di biodiversità che è inequivocabilmente dovuta alle attività umane e, in particolare, a cinque fattori: cambiamenti climatici, cambiamenti dell'uso del suolo, diffusione di specie aliene invasive, sovrasfruttamento e inquinamento. Stiamo causando a tutti gli effetti una sesta estinzione di massa che porterà ad un mondo in cui esisteranno poche specie e tutte generaliste. Ora è fondamentale che tutta l'umanità comprenda che la biodiversità è il pilastro della nostra esistenza. Senza la varietà di tutti gli organismi presenti sulla terra non solo siamo destinati a perdere la battaglia contro i cambiamenti climatici, ma non saremmo neanche più in grado di accedere ai servizi ecosistemici: l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo, il cibo di cui ci nutriamo. La biodiversità ci dà davvero tutto quello che ci consente di vivere su questo pianeta. Non darle importanza è la cosa più pericolosa che l'uomo sta facendo in questo momento."

Riusciresti a farmi uno o due esempi di servizi ecosistemici che ci offrono alcune delle specie di flora e fauna?

"Partirei citando gli impollinatori. Gli impollinatori non sono solo le api, ma anche tantissime altre specie tra cui i ditteri, le farfalle, i chirotteri. Ad esempio le volpi volanti, dei pipistrelli enormi e affascinanti che vivono in Australia, compiono quotidianamente tragitti fino a 50 chilometri per nutrirsi di polline, nettare e frutta, impollinando oltre 100 specie di alberi e piante native. Questo fa capire quanto siano fondamentali per l'ecosistema. Oggi però sono una specie profondamente a rischio a causa delle ondate di calore che si abbattono sull'Australia in conseguenza dei cambiamenti climatici. Nel 2018 vicino a Cairns, città che si trova nel Queensland, c'è stata una ondata di calore talmente forte che in una colonia di 75.000 esemplari ne sono morti 30.000. Un evento disastroso destinato ad accadere con sempre maggiore frequenza. Possiamo parlare poi dell'importanza che ha il mondo vegetale per la medicina. Sono circa 35.000 le specie vegetali che vengono utilizzate per scopo medico e negli ultimi trent'anni l'utilizzo di queste erbe è cresciuto, portando benefici a circa l'80% della popolazione mondiale. Anche il dato economico è strabiliante: il mercato complessivo è di circa 83 miliardi di dollari. E ancora un'altra specie che ci garantisce un importantissimo servizio ecosistemico sono le micorrize, dei microrganismi fungini che realizzano un legame simbiotico con le radici delle piante e che immagazzinano moltissimo carbonio. Come tutti gli altri funghi, poi, sono gli architetti del pianeta, avendo un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo del fosforo e dell'azoto, così come nella costruzione del suolo. Possiamo così capire che tutte le specie che vivono su questo pianeta sono nostre alleate per la vita e per lotta contro i cambiamenti climatici."

Di fronte a questa distruzione che stiamo operando nei confronti del pianeta cosa possiamo fare o cosa è stato già fatto?

"Prima di tutto bisogna investire e puntare su azioni di conservazione. È fondamentale ampliare il più possibile la creazione di aree protette e quindi salvaguardare la maggior percentuale possibile di pianeta. Sappiamo che il percorso negoziale, l'incontro delle parti sulla convenzione della diversità biologica, la COP15, al momento sta puntando a un 30% di terre e mari protetti entro il 2030, anche se il grande padre della biodiversità, che era Edward Wilson, auspicava alla protezione del 50% del pianeta. Oltre alle politiche è importante che anche le azioni dei singoli siano rivolte verso un maggiore attenzione alla tutela delle specie. Ad esempio il contributo individuale alla cura del verde urbano può aiutare la diffusione degli impollinatori. Se si pensa che la vita di un'ape dipende dalle sue ore di volo, allora è facile capire come piantare fiori o erbe sui nostri balconi sia un aiuto immenso per questi piccoli animali, così che non debbano percorrere chilometri e chilometri per trovare cibo. Il contributo di chiunque è fondamentale perché viviamo in un mondo estremamente interconnesso, quindi ogni nostra azione, ogni nostra scelta di consumo ha effetti sugli ecosistemi. Come ho detto prima, tutti i cinque driver che stanno portando alla perdita di biodiversità dipendono da noi. Per questo è importante conoscere e quindi raccontare le storie delle meraviglie che ci circondano. Le storie infatti sono un motore importante per l'azione, perché come le favole dalla notte dei tempi, consolano, informano ed educano, creando empatia verso ciò che viene raccontato. Se racconti che in un certo luogo vive una creatura fantastica che ci regala il suolo dove camminiamo, sarà per tutti molto più complicato distruggere qualcosa di così magico.

E a proposito di storie, veniamo al tuo viaggio, WANE, acronimo di We Are Nature Expedition. Come è nata questa idea?

"We Are Nature Expedition nasce proprio dall'idea che per agire noi abbiamo bisogno di storie. E niente come le storie creano empatia. Da qui nasce una spedizione per raccontare e riscoprire il nostro essere natura e insieme capire che stiamo distruggendo il mondo naturale che ci circonda: infatti wane in inglese significa svanire. Il progetto prevede di attraversare tutto il Canada per 8000 chilometri, fino ad arrivare a Prudhoe Bay, il punto estremo nord dell'Alaska. Da qui parte la Panamericana, una strada che si snoda lungo l'intero continente americano e che attraversa la maggior parte degli ecosistemi che esistono sulla terra. Dalla tundra alla foresta pluviale più grande al mondo, dai deserti alle montagne, dalle spiagge alle praterie, passando per ghiacciai, laghi, oceano, paludi e fiumi. Lungo questo incredibile tragitto andremo a raccogliere delle storie, che sono storie di attivisti, ricercatori, scienziati che lavorano quotidianamente per salvare le specie di fauna e flora minacciate. Percorreremo più di 60 000 chilometri e lo faremo a bordo di Avanscoperta, il nostro van che per dodici mesi e forse più sarà una casa, un ufficio e un mezzo di trasporto. È più di un anno che insieme a Davide Agati stiamo organizzando questa spedizione e lo stiamo facendo perché credo sia nostra responsabilità stabilire un nuovo rapporto con la natura. E per farlo dobbiamo prima di tutto inventare un nuovo modo di essere umani."


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