14 febbraio 2017
ore 15:37
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Vesuvio e Campi Flegrei le due aree a maggior rischio vulcanico d'Europa e probabilmente anche del mondo vista la densità di popolazione che si concentra nell'area, parliamo di oltre 3 milioni di persone più o meno a rischio a seconda del tipo di eruzione possibile. In realtà bisognerebbe fare una grossa distinzione tra le due aree vulcaniche poste a ovest e a est della città di Napoli. La genesi eruttiva del Vesuvio non ha nulla  a che fare con quella dei Campi Flegrei ritenuti uno dei peggiori super vulcani attivi presenti sul pianeta, il terzo in ordine d pericolosità. Diversi sono anche gli stati di attenzione, attualmente si parla di un semaforo verde per il Vesuvio e di uno giallo per i Campi Flegrei, come mai?

Il cono del Vesuvio visto da un drone
Il cono del Vesuvio visto da un drone

Stato di attenzione giallo per i Campi Flegrei, il secondo livello dopo il verde e prima dell'arancione che indicherebbe un preallarme seguito dal rosso allarme eruzione. Perché questo giallo? Perché da diverso tempo (alcuni anni) sono in atto delle modifiche di tipo strutturale e di tipo geochimico nella zona flegrea. Per prima cosa il suolo ha ripreso seppur debolmente a salire, dal 2014 si è registrato un aumento di circa 20cm. Poi c'è stato un aumento dei tenori di CO2 nella composizione chimica delle fumarole che indicherebbe la presenza di fluidi magmatici in degassamento nel sottosuolo, contemporaneamente a un aumento della temperatura delle stesse, quella monitorata dell'area dei Pisciarelli di Agnano segna attualmente una temperatura di 116°c aumentata di qualche grado rispetto ai mesi precedenti. In compenso l'attività sismica è abbastanza ridotta, pochi piccoli terremoti sono stati registrati negli ultimi mesi.

Dettaglio dell'area vulcanica del Campi Flegrei, sullo sfondo Monte Nuovo (nato nel 1538)
Dettaglio dell'area vulcanica del Campi Flegrei, sullo sfondo Monte Nuovo (nato nel 1538)

Stato di attenzione VERDE invece per il Vesuvio, quello più basso e quello che non desta preoccupazione. Negli ultimi mesi tuttavia c'è stato un leggero incremento dell'attività sismica attorno al cono e un corrispondente aumento di energia rilasciata sotto forma di movimento sismici. Nell'ultimo mese sono infatti stati registrati diversi piccoli terremoti, circa un centinaio di cui però solo 4 con magnitudo maggiore o uguale a 2, nulla di preoccupante, tutto rientra ampiamente nella normalità

Energia rilasciata dai terremoti nell'ultimo mese nell'area del Vesuvio (fonte ingv)
Energia rilasciata dai terremoti nell'ultimo mese nell'area del Vesuvio (fonte ingv)

 

Continua quindi la fase di quiescenza del vulcano napoletano dopo l'ultima eruzione del 1944. Sono ben 73 anni che non si verificano eruzioni. Tantissimi anni se si pensa che dal 1631 anno dell'ultima catastrofica eruzione (10 mila morti) fino al 1944 le eruzione si sono succedute con una certa regolarità, all'incirca una ogni 5-7 anni. Dal 1944 a oggi il Vesuvio è entrato in una fase che viene definita "a condotto chiuso" mentre dal 1631 al 1944 il vulcano aveva attraversato una fase detta "A condotto aperto". 


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