15 maggio 2024
ore 15:43
di Carlo Migliore
tempo di lettura
1 minuto, 34 secondi
 Per tutti

Questa è una delle tante fotografie iniziate a circolare sui social nella seconda metà del mese di marzo, in particolare qui ci troviamo nella zona di Champoluc in Valle D'Aosta dove era in corso una nevicata copiosa che portò oltre 70cm di accumulo fresco. L'inverno che sembrava ormai destinato ad essere archiviato come uno dei peggiori sotto il profilo delle nevicate alla stessa stregua dei due anni precedenti, ha trovato proprio nel mese di marzo ma in buona parte anche in quello di aprile un drastico capovolgimento della situazione. Al punto che se consideriamo lo Snow Water Equivalent ovvero la quantità di neve convertita in acqua di precipitazione, troviamo ad oggi quindi a inizio maggio addirittura un +42% sulla media

Il balzo è ben visibile anche dal grafico a inizio marzo e a metà mese raggiunge la media 2011-2022 superandola poi tra aprile e maggio. Praticamente abbiamo assistito alla traslazione della "normale" curva di andamento stagionale in avanti di oltre un mese. La curva marzo-aprile 2024 è simile alla curva febbraio-marzo della media decennale.

La situazione è stata invece molto diversa per l'Appennino che ha mantenuto per tutto l'inverno un grave deficit di innevamento.

Siamo a livelli nettamente inferiori a quelli del 2023 che già fu deficitario rispetto alla media decennale 2011-2022. Una carenza che è stata valutata del -12%.

E' come se vi fossero stati due inverni, uno per le Alpi ricco di precipitazioni e uno per l'Appennino, estremamente avaro di neve. Un aspetto significativo comune invece sia alle Alpi che all'Appennino è un forte deficit di neve alle quote inferiori ai 1800 metri d'altitudine. Al di sotto di determinate quote le temperature sono state troppo elevate e, anche a fronte di precipitazioni abbondanti, hanno portato a una fusione precoce della neve. 


Seguici su Google News


Articoli correlati