Meteo. Stratosfera, nuova inversione dei venti zonali del vortice polare
E' il terzo evento di stagione di stratwarming. Split simulato dai modelli.
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Il 5 di marzo è avvenuta l'inversione dei venti zonali a 10 hPa per un nuovo evento di Stratwarming. Si tratta del terzo evento di questa stagione invernale; durante gli anni caratterizzati da El Nino aumenta la possibilità di avere eventi multipli. E'' piuttosto raro osservare tre eventi in una stagione. Tuttavia possono esserci delle riserve perchè questo dipende dal tipo di definizione dal momento che i 14 giorni tra l'evento di febbraio e quello di marzo non sono sufficienti a catalogarli come eventi separati. La stratosfera con gli improvvisi riscaldamenti può influenzare la circolazione delle medie latitudini ma la correlazione con eventi di freddo non è proprio così scontata sull'Italia. Questo dipende dalla troposfera, dal tipo di evento e anche dal periodo in cui avviene.
L'anticiclone sulla Scandinavia e la bassa pressione sulle Aleutine generano un trasferimento di calore e quantità di moto in stratosfera attraverso l'attività delle onde planetarie. Almeno inizialmente il vortice polare stratosferico subisce un effetto di coricamento per l'azione ad una sola onda; questo spostamento genera una antizonalità in area polare, di conseguenza le velocità zonali diminuiscono fortemente.
Successivamente i modelli protendono per un maggiore disturbo a due onde con il segnale che sembra essere più efficace nella bassa stratosfera dove il riscaldamento sarebbe molto più intenso e capace di dividere il vortice polare (split del vortice polare). La bassa stratosfera poi è più interessante perché può avere impatti sulla circolazione delle medie latitudini attraverso un abbassamento della linea critica.
I modelli numerici infatti mostrano la tendenza ad un segnale da NAO- nelle settimane successive, questo può essere compatibile con il tipo di evento. Il vortice polare stratosferico si è presentato debole durante l'inverno con gli eventi di stratwarming che sono stati poco efficaci per via delle rotture d'onda cicloniche che non sono in grado di veicolare masse d'aria fredda artica verso l'Italia.