5-6 novembre 1994: l'alluvione che mise in ginocchio il Piemonte
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Sono passati più di 20 anni da quel tragico 6 novembre 1994, quando il Tanaro ad Alessandria tracimò disastrosamente lasciando dietro di sé morte e distruzione. Stiamo parlando dell'alluvione che colpì parte del Piemonte tra le giornate del 5 e 6 Novembre del 1994, interessando in particolar modo le province di Asti, Alessandria, Cuneo e Torino. Le vittime di quei tragici eventi furono circa 70 e ben 2226 gli sfollati.
A causare la tragedia una violenta ondata di maltempo che in sole 48 ore scaricò al suolo anche oltre 600mm di pioggia. Pioggia che riversandosi sui fiumi creò il 5 Novembre un'onda di pienadel Tanaro a monte di Garessio. Piena che scese impetuosamente a valle, devastando con furia inaspettata lungo tutto il suo percorso, rompendo gli argini in molte zone, allagando campi e città. Piena che nelle prime ore del 7 Novembre raggiunse il Po, causando danni dall'apporto del Tanaro sino a valle, alimentato oltretutto anche dalla piena dell'Orco e della Dora Baltea.
Il
Tanaro raggiunse livelli spaventosi: toccò i 9 metri con un colmo di
5.000 metri cubi al secondo; ad Asti, Alba e Alessandria l'ampiezza
di piena di 4.000-4.200 metri cubi al secondo. Particolarmente
sconvolto dall'evento alluvionale risultò tutto il tratto compreso
tra il comune di Ceva e
la confluenza con la Stura
di Demonte presso
Cherasco,
dove il Tanaro distrusse quasi totalmente la maggior parte dei
manufatti civili presenti, mutando anche per ampi tratti in modo
definitivo la fisionomia del suo letto e del fondovalle.
Le città di Ceva, Alba e Asti furono inondante per circa un terzo
mentre Alessandria fu sommersa per circa metà della sua superficie (lì le vittime furono 14).
Anche
il torrente Belbo raggiunse valori record con una portata di ben
1.330 metri cubi al secondo (si stima il 220% in più del normale).
L'onda di piena mutò tutto il suo tratto, da monte a valle, colpendo
soprattutto i comuni di Rocchetta
Belbo,
Cossano
Belbo,
Santo
Stefano Belbo,
Canelli (il
centro più colpito che contò anche 3 vittime) e Incisa
Scapaccino;
solo Nizza
Monferrato venne
risparmiata dal disastro, pur subendo pesanti danni alle strade
adiacenti al corso d'acqua e allagamenti di qualche scantinato.