6 novembre 2015
ore 10:16
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti

Sono passati più di 20 anni da quel tragico 6 novembre 1994, quando il Tanaro ad Alessandria tracimò disastrosamente lasciando dietro di sé morte e distruzione. Stiamo parlando dell'alluvione che colpì parte del Piemonte tra le giornate del 5 e 6 Novembre del 1994, interessando in particolar modo le province di Asti, Alessandria, Cuneo e Torino. Le vittime di quei tragici eventi furono circa 70 e ben 2226 gli sfollati.

Alluvione Piemonte del 1994
Alluvione Piemonte del 1994


A causare la tragedia una violenta ondata di maltempo che in sole 48 ore scaricò al suolo anche oltre 600mm di pioggia. Pioggia che riversandosi sui fiumi creò il 5 Novembre un'onda di pienadel Tanaro a monte di Garessio. Piena che scese impetuosamente a valle, devastando con furia inaspettata lungo tutto il suo percorso, rompendo gli argini in molte zone, allagando campi e città. Piena che nelle prime ore del 7 Novembre raggiunse il Po, causando danni dall'apporto del Tanaro sino a valle, alimentato oltretutto anche dalla piena dell'Orco e della Dora Baltea.

Il Tanaro raggiunse livelli spaventosi: toccò i 9 metri con un colmo di 5.000 metri cubi al secondo; ad Asti, Alba e Alessandria l'ampiezza di piena di 4.000-4.200 metri cubi al secondo. Particolarmente sconvolto dall'evento alluvionale risultò tutto il tratto compreso tra il comune di Ceva e la confluenza con la Stura di Demonte presso Cherasco, dove il Tanaro distrusse quasi totalmente la maggior parte dei manufatti civili presenti, mutando anche per ampi tratti in modo definitivo la fisionomia del suo letto e del fondovalle. Le città di Ceva, Alba e Asti furono inondante per circa un terzo mentre Alessandria fu sommersa per circa metà della sua superficie (lì le vittime furono 14).

Anche il torrente Belbo raggiunse valori record con una portata di ben 1.330 metri cubi al secondo (si stima il 220% in più del normale). L'onda di piena mutò tutto il suo tratto, da monte a valle, colpendo soprattutto i comuni di Rocchetta Belbo, Cossano Belbo, Santo Stefano Belbo, Canelli (il centro più colpito che contò anche 3 vittime) e Incisa Scapaccino; solo Nizza Monferrato venne risparmiata dal disastro, pur subendo pesanti danni alle strade adiacenti al corso d'acqua e allagamenti di qualche scantinato.





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