10 aprile 2013
ore 17:04
di Francesco Nucera
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2 minuti, 48 secondi
 Per tutti
Inverni freddi in futuro? Possibile!
Inverni freddi in futuro? Possibile!
Un paio di inverni freddi non possono far gridare ad una imminente glaciazione; anche se potrebbero essere segnali di un nuovo pattern climatico che alla lunga porterebbe ad un importante raffreddamento in Europa. Ma non è una cosa imminente!! Questo però non contrasta col riscaldamento di fondo che vede un trend globale verso il rialzo termico. L'importante è avere ben chiare le scale spaziali che temporali!

Ci possiamo aspettare altri inverni freddi in futuro? La risposta è si; questo non vuol dire che tutti gli anni in futuri saranno freddi e nevosi; ci saranno anche inverni peggiori di questi ma anche invernate scialbe ed anonime. In media dovremmo aspettarci inverni con la “I” maiuscola, anche piuttosto cruenti per molte Nazioni del Vecchio Continente. Ma perchè?

Facciamo delle osservazioni tecniche (si rihiede una certa padronanza dei termini qui elencati)

1) gli inverni degli ultimi anni hanno presentato un indice NAO negativo. Questo si ripercuote con un abbassamento del fronte polare, quindi del flusso perturbato atlantico alle medie latitudini. Questo è anche in sintonia con un clima più freddo rispetto al passato.
2) Gli inverni più cruenti si manifestano con l'accoppiata QBO neg/MIN SOL. Non di rado si osserva come lo stesso risultato possa avvenire con l'accoppiata QBO pos/MAX SOL. Risultato: aumentano le probabilità di importanti riscaldamenti stratosferici in sede polare che poi possono provocare ondate di gelo anche intense.
3) Gli inverni degli ultimi anni mostrano un indice AO negativo con picchi fortemente negativi. Il risultato è la formazione di regimi antizonali (da est verso ovest) che veicolano masse d'aria gelida a muoversi sul bordo orientale di un anticiclone polare. Si nota in tal contesto un abbassamento dell'anticiclone sub tropicale con minor possibilità di blocchi atlantici(PNA-/PDO-)
4)  Adesso l'Oscillazione Pacifica (PDO) è fredda; la correlazione della PDO con le fasi dell'ENSO è elevata ed in questi anni stiamo osservando un numero maggiori di episodi de La NINA. Si ipotizza come questo fenomeno possa avere ripercussioni sugli inverni. Il segnale in Europa è controverso; essendo un fenomeno Pacifico, La Nina  in Europa può essere 'diluita' da altri fattori che ne alterano o mascherano l'efficacia.
5) Situazione ghiacci ed estensione copertura nevosa sono sotto osservazione per un possibile collegamento con pattern persistenti (non solo in inverno)
6) Attività solare bassa aumenta la possibilità di avere un vortice polare più disturbato.

Conclusioni: Tutti questi punti, che dovrebbero in gran parte rimanere inalterati in futuro, fanno supporre non solo che sia in atto un cambiamento a livello circolatorio ma anche come i prossimi inverni possano essere mediamente freddi a livello emisferico. Ma sono solo ipotesi però; è pura teoria! Il ciclo solare continuerà a rimanere debole per cui il vortice polare dovrebbe risultare più disturbato. La AMO che ha un ciclo di 70 anni, nel momento in cui diverrà più debole esaspererà questa situazione specialmente se l'azione vulcanica darà ulteriore contributo. Gli inverni freddi (il rumore) alla lunga potrebbero interferire in maniera costruttiva (risonante) con la bassa attività solare (il segnale principale) per potare il clima verso una nuova condizione. Ma questa è un'altra storia che vi racconterò al prossimo appuntamento. Bye!
inverno eccezionale quest'anno a Mosca
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estensione copertura nevosa negli anni
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