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22 novembre 2011
ore 7:31
di Francesco Nucera
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2 minuti, 38 secondi
 Per tutti
Situazione che porta un inverno mite stante il flusso zonale che scorre molto a Nord.
Situazione che porta un inverno mite stante il flusso zonale che scorre molto a Nord.
Alta pressione, una caratteristica del 2011! Le grandi ma rovinose piogge che hanno contrassegnato la prima decade di Novembre lasciavano sperare per un cambio di tendenza. Ma quando tutto sembrava incanalarsi nel verso giusto, la circolazione generale dell'atmosfera ha ricomposto quel quadro a noi molto noto nel corso del 2011. L' allungamento della fascia anticiclonica chiude infatti con maggior frequenza la porta atlantica alle perturbazioni che, a parte qualche apparizione, continuano a rimanere lontane. Solo le regioni meridionali e le Isole riescono a beneficiare del passaggio di onde perturbate alle basse latitudini. Il Nord invece, a parte quella settimana alluvionale, l'autunno rimane decisamente sottototono. Ma cambiera? Quando arriverà il freddo? Quando la neve?

Per il momento, a  livello circolatorio non si intravedono segnali incoraggianti: l'inverno, quello vero rimane lontano, la neve si fa attendere e questo, oltre a portare delusione negli amanti del freddo e della neve “inguaia” gli operatori turistici delle stazioni invernali.


Perchè accade questo? Un'importante raffreddamento del Vortice Polare Stratosferico  ha interessato anche quello troposferico determinandone un'accelerazione ed un aumento delle velocità zonali. In parole povere la corrente a getto, il flusso portante in quota che governa il tempo alle nostre latitudini non si ondula per creare quelle situazioni di scambi di calore lungo i meridiani. Sotto inchiesta vi sono la disposizione delle anomalie oceaniche in Atlantico, i venti in stratosfera occidentali, la ripresa dell'attività solare, il deficit dei ghiacci artici e forse anche la Nina. Le situazioni di blocco sono dunque sfavorite! La mancanza di forzanti troposferiche non fa altro che rafforzare il vortice polare in stratosfera.

Scenario pessimista. La preoccupazione viene proprio da questo: se il raffreddamento dovesse continuare, la troposfera viste le premesse, non sarebbe in grado di contenere tutto questo. L'AO Index, di per sé positivo durante l'autunno, continuerebbe ad esserlo anche in seguito, confermando questa zonalità. Il cambio di tendenza, sempre che avvenga, sarebbe a questo punto rimandato. Considerando il tempo necessario per smaltire l'energia questo potrebbe avvenire col nuovo anno. Risultato? Ancora alta pressione, assenza di neve, nebbia in Valpadana ed inquinamento nei grossi centri urbani.

Scenario ottimista.  Il vortice polare non sarebbe così invulnerabile; ma siccome non è nelle stesse condizioni di partenza dello scorso anno, richiederebbe una quantità maggiore di energia per essere rallentato. Timidi segnali  si intravedono tra fine novembre ed i primi giorni di dicembre. Una mano di aiuto verrebbe dal Pacifico in fermento e che imprimerebbe uno scossone al getto polare atlantico. I flussi di calore verso l'alto a questo punto riscalderebbero il vortice polare, rallenterebbero la  corrente a getto ed una saccatura in discesa sul Mediterraneo smuoverebbe le acque. Si potrebbe assistere così al passaggio di una perturbazione autunnale a carattere freddo pronta a dispensare piogge e rovesci ma anche neve su Alpi ed appennini. Sarà la svolta? Nel frattempo vediamo se questo progetto andrà in porto, il seguito della storia la vedremo successivamente...
Fine mese: ipotesi A
Fine mese: ipotesi A
Fine mese: ipotesi B
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