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30 settembre 2011
ore 7:47
di Daniele Berlusconi
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Punta d'Arbola, Ghiacciao del Sabbione: anche sui settori più elevati oltre i 3000 m è scomparsa ogni traccia della neve invernale. (foto di P. Valisa)
Punta d'Arbola, Ghiacciao del Sabbione: anche sui settori più elevati oltre i 3000 m è scomparsa ogni traccia della neve invernale. (foto di P. Valisa)
Anche la stagione estiva 2011 è stata decisamente negativa per i ghiacciai alpini. Dalle prime misurazioni effettuate nel mese di Settembre dagli operatori della Società Meteorologica Italiana, in collaborazione il Comitato Glaciologico Italiano, è emerso un forte deficit sia nel bilancio di massa, che nella variazione frontale dei principali ghiacciai delle Alpi occidentali.  

Se le temperature relativamente fresche di Giugno e Luglio avevano rallentato la fusione della modesta copertura nevosa invernale, i calori tardivi e straordinari di Agosto (terzo tra i più caldi dal 1753 a Torino) hanno spogliato quasi completamente i ghiacciai dalla neve stagionale sotto i 3100-3200 metri.

Per quanto riguarda il ghiacciaio Basei (alta Valle Orco, Gran Paradiso) la fronte è arretrata in media di circa 3 m (media delle tre direzioni del fronte considerate), con una perdita di ben 40 metri negli ultimi 5 anni lungo la direzione 220°.

Anche il Ghiacciaio Meridionale del Sabbione, in Val Formazza, il secondo del Piemonte per estensione (poco meno di 3 km2 di area) ha subito gravi perdite durante la stagione estiva. In 48 giorni, dal 29 luglio al 15 settembre, il ghiacciaio ha perso spessori variabili tra 199 cm (palina n. 1, quota 2800 m) e 252 cm (palina n. 4, 2560 m), con ragguardevoli tassi giornalieri di fusione dovuti al caldo intenso e tardivo di agosto e della prima metà di settembre, compresi tra 4,1 e 5,3 cm/giorno. Il regresso della fronte si attesta a -50 m dal settembre 2010.

Sul ghiacciaio Ciardoney (versante piemontese del Gran Paradiso), a seguito di una stagione non esaltante in termini di accumuli, frutto di un inverno segnato da pochi eventi significativi di precipitazione, e di una primavera particolarmente asciutta e calda, ha fatto seguito una stagione estiva purtroppo decisamente favorevole alla fusione. I valori di ablazione su ghiaccio sono stati compresi tra 105 cm (sito di misura n.1, Colle Ciardoney, circa 3140 m) e 255 cm (sito di misura n. 7, settore frontale, circa 2900 m), risultando in un bilancio di massa  specifico di -1,72 m di acqua equivalente, che porta il bilancio cumulato dalla stagione 91-92 a -25.8 m. Si tratta del bilancio più sfavorevole dalla stagione idrologica 2005-06, in sesta posizione tra i più negativi della serie iniziata nel 1992. Notevole risulta anche il regresso della fronte, con un arretramento medio di 17,5 m che  porta a 363 m il ritiro complessivo dal 1971.
 
 
Veduta d'insieme del ghiacciaio Basei. Solo sul settore superiori, oltre i 3150-3200 m resiste parte della neve stagionale. (foto di E. Bergerone)
Veduta d'insieme del ghiacciaio Basei. Solo sul settore superiori, oltre i 3150-3200 m resiste parte della neve stagionale. (foto di E. Bergerone)
Serie dei valori annuali di accumulo, ablazione e bilancio netto del ghiacciaio Ciardoney. (fonte Nimbus)
Serie dei valori annuali di accumulo, ablazione e bilancio netto del ghiacciaio Ciardoney. (fonte Nimbus)

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