Il circolo vizioso tra aerei e riscaldamento globale
I cambiamenti climatici in atto hanno, seppur lentamente, modificato la circolazione dei venti alle quote di crociera degli aeri, che a loro volta sono costretti a rimanere più tempo in volo, incrementando così ancor più la loro immissione di anidride carbonica in atmosfera con conseguenze incremento del riscaldamento globale. Un circolo vizioso che sembra non aver fine e destinato a crescere in maniera quasi esponenziale nel corso dei prossimi decennio.
Secondo IPCC i voli aerei purtroppo ricoprono il 3.5 % delle emissioni annue di anidride carbonica in atmosfera da parte dell'uomo. Una percentuale destinata ad aumentare nei prossimi anni visto che gli aerei saranno costretti a restare più tempo in volo. Secondo uno studio effettuato dal Woods Hole Oceanographic Institution, che ha sede nel Massachusetts e dell'Università del Wisconsin a Madison, i venti al livello delle rotte aeree possono spiegare il 91% della variabilità nei tempi di volo, con una evidente influenza dei fenomeni di tipo El Niño - Southern Oscillation (ENSO), in cui i cambiamenti di temperatura dell'Oceano pacifico equatoriale influenzano gli schemi di circolazione atmosferica alle alte latitudini di entrambi gli emisferi.
Secondo i ricercatori per le sole rotte tra Honolulu e la costa occidentale degli Stati Uniti, il cambiamento negli schemi di circolazione dei venti sopra l'Oceano Pacifico settentrionale si tradurrebbe ogni anno in un costo aggiuntivo per carburanti di 1,4 milioni di dollari e in un incremento di 4,6 milioni di chilogrammi nelle emissioni di anidride carbonica. Rapportate al complesso dei voli commerciali di tutto il mondo, le emissioni annuali di anidride carbonica dovute alle attività antropiche aumenterebbero dello 0,03 per cento.