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16 novembre 2016
ore 8:37
di Manuel Mazzoleni
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La Luna può influenzare i terremoti? Una domanda che negli ultimi giorni è tornata a riecheggiare negli ambienti scientifici rispolverando una vecchia teoria che sin dalla fine del Settecento ha diviso teorici e osservatori.

Luna e terremoti
Luna e terremoti

Potrebbe essere solo una pura coincidenza ma in occasione della recente Super Luna la terra ha tremato fortemente generando un sisma di magnitudo 7.8 in Nuova Zelanda. La stessa cosa è avvenuta il 26 gennaio 1948 quando in situazioni analoghe si è verificato un sisma di magnitudo 8.2 nelle Filippine.

Secondo alcuni studiosi la forza di gravità della Luna, quando si trova in determinate posizioni rispetto al nostro pianeta, può deformare la crosta terrestre e così innescare terremoti dove l'equilibrio delle faglie era già precario per cause legate alla tettonica.

Non a caso il terremoto del 11 marzo 2011 (8.2) in Giappone, quello del 27 febbraio 2010 in Cile (8.8) e lo Tsunami del 26 dicembre 2004 (9.3) sono avvenuti tutti in momenti di massimo stress di marea. Secondo un recente studio effettuato dall'università di Tokio ha mostrato che i grandi terremoti sono più probabili durante i periodi di forte stress di marea. La probabilità che un piccolo cedimento della roccia si allarghi fino a diventare una rottura gigante aumenta con l'aumentare dello stress. Si stima che il rischio aumenti di circa il 3%.

Secondo i ricercatori la forza di gravità della Luna non solleva solo gli oceani, ma deforma anche il globo terrestre, allungandolo di alcune decine di centimetri (le stime variano da 20 a 50), mettendo eventualmente in crisi le sue "giunture" più deboli secondo un meccanismo che è tutt'altro che chiaro. Inoltre si è visto sperimentalmente che l'azione della Luna possa alleggerire il peso delle acque sopra le faglie permettendo così ad esse di scivolare con maggiore facilità.

Anche il geofisico Mètivier dell'Institut Géographique National di Parigi, è arrivato a conclusioni simili. Secondo lui le forze di marea possono generare sulla crosta terrestre pressioni di alcune migliaia di Pascal. Si tratta di forze migliaia di volte più piccole rispetto a quelle della tettonica, ma comunque tutt'altro che insignificanti.



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