21 aprile 2024
ore 9:01
di Francesco Nucera
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 Per tutti
La bassa pressione in quota o saccatura che ha attraversato la Penisola Arabica
La bassa pressione in quota o saccatura che ha attraversato la Penisola Arabica


A Dubai sono caduti circa 160 mm in 24 ore, in pratica la pioggia che di norma dovrebbe cadere in un anno e mezzo. Molta della pioggia si è concentrata in 12 ore. In aprile a Dubai la media delle piogge è di 7mm. Si tratta di un evento meteo estremo, generato dal passaggio di un sistema temporalesco che ha interessato gli Emirati Arabi Uniti e parte del Medio Oriente. Questo stesso sistema perturbato, inserito in una pronunciata saccatura (una Bassa pressione in quota) legata alla circolazione a larga scala, ha inoltre generato accumuli totali eccezionali negli Emirati Arabi (259mm), in Oman (302mm), fino a 280mm in Iran. Un anno e mezzo di pioggia ha provocato inondazioni mentre le strade si sono trasformate in veri e propri fiumi che hanno invaso case e attività commerciali.

piogge, evento storico a Dubai
piogge, evento storico a Dubai
IL RUOLO DELLA CIRCOLAZIONE, I FLUSSI DI VAPORE

 - Il diluvio su Dubai, così come il potente anticiclone in Europa e l'alluvione in Kazakistan fanno parte tutti di uno schema caratterizzato da una attività delle onde planetarie ben attiva e amplificata nell'ultimo periodo. Sono eventi che nella circolazione a larga scala vanno contestualizzati attraverso un movimento delle onde verso l'equatore.

L'anno in corso rientra in quelli caratterizzati da un passaggio da El Niño verso La Niña.

 In questi anni gli Emirati Arabi Uniti hanno sperimentato precipitazioni superiori alla media come quest'anno. El Niño tipicamente provoca uno spostamento nei modelli di circolazione atmosferica, che può portare più umidità nella regione. La fase positiva dello Indian Ocean Dipole (IOD) tende inoltre ad aumentare la frequenza degli eventi piovosi sul Medio Oriente. 

attività delle onde planetarie ben attiva
attività delle onde planetarie ben attiva

Nelle piogge storiche sul Medio oriente ma anche in quelle sul Kazakistan è ben attiva la teleconnessione dello Indian Ocean Dipolo positivo. Il dipolo è caratterizzato da un Oceano Indiano diviso, più piogge ad ovest, meno ad est secondo quello che si definisce un EQUINOO positivo, un EL Nino che si verifica in questa zona. C'è da dire che in questo caso lo IOD si evidenzia più nell'atmosfera che nella distribuzione delle anomalie termiche delle acque sull'Oceano Indiano. Le acque tropicali più calde del normale aggiungono umidità all'atmosfera. La saccatura che ha causato le piogge alluvionali nella regione degli Urali meridionali ha tirato parte dell'umidità atmosferica ben a sud causando precipitazioni eccessive. Questo stesso meccanismo ha anche contribuito alla recente alluvione a Dubai e al clima generale più piovoso del normale anche in Oman e negli Emirati Arabi Uniti nelle ultime settimane.


anomalie piogge durante gli anni da El Nino verso La Nina
anomalie piogge durante gli anni da El Nino verso La Nina

Secondo l'Extreme Forecast Index del modello europeo, la zona è infatti interessata da un valore eccezionale di vapore, linfa energetica alle precipitazioni. La profondità della bassa pressione in quota è andata a pescare vapore acqueo dalle regioni tropicali. Il contrasto ha poi esaltato i moti convettivi per la formazione di estese celle temporalesche. Questo importante evento di pioggia estrema era stato previsto con largo anticipo da parte dei modelli numerici che prevedevano accumuli tra 100 e 150mm tra Emirati, Oman ed Iran. L'elevata temperature delle acque marine circostanti sono state molto favorevoli per fornire umidità.

Flusso di vapore estremo secondo EFI di Ecmwf
Flusso di vapore estremo secondo EFI di Ecmwf

IL RUOLO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI - E' prematuro poter trarre conclusioni sul ruolo dei cambiamenti climatici per via dei dati limitati. In un mondo più caldo tuttavia le masse d'aria contengono più vapore. Gli scienziati avvertono da molti anni che tali eventi estremi diventeranno più probabili per via del riscaldamento globale. 

Rimane poco probabile invece il ruolo del cloud seeding in un evento di tal portata

Il clima degli Emirati Arabi Uniti è caratterizzato da condizioni tipicamente desertiche, con estati molto calde, inverni miti e scarse precipitazioni. In media cadono meno di 100 mm di pioggia all'anno. Le precipitazioni sono maggiormente concentrate nei mesi invernali e possono variare notevolmente da un anno all'altro. Le piogge, quando avvengono, sono spesso brevi ma intense, talvolta accompagnate da temporali. Le aree desertiche spesso ricevono tutte le precipitazioni annuali attraverso pochi eventi.

Il confronto a lungo termine delle precipitazioni nel decennio tra il 1979 e il 1988 rispetto al decennio più recente tra il 2012 e il 2021 evidenzia che nella maggior parte degli Emirati Arabi Uniti la quantità di precipitazioni nei mesi invernali si è più che dimezzata. Ciò nonostante possono aversi annate produttive come quella in corso, anche con eventi estremi. Dagli anni 2000 le temperature sono mediamente aumentate in linea col trend del riscalamento globale. La regione del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente si sta riscaldando a un ritmo di 0,45°C/decennio.

Questo incremento delle precipitazioni è più palese dagli anni 80. Prima, invece, El Niño era associato ad una riduzione delle precipitazioni nella Penisola arabica. Questo shift può essere legato ad una variazione climatica. Negli ultimi decenni la penisola arabica, una delle regioni esposte ai cambiamenti climatici, è stata teatro di un numero crescente di eventi estremi gravi, quali gravi inondazioni, siccità prolungate. La letteratura suggerisce che il cambiamento climatico probabilmente sta contribuendo a questi tipi di fenomeni. 


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