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16 ottobre 2011
ore 7:40
di Daniele Olivetti
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EU: preoccupazione per i cambiamenti climatici
EU: preoccupazione per i cambiamenti climatici
Secondo il sondaggio Eurobarometer, i cittadini europei temono i cambiamenti climatici ancor più della recenti crisi finanziaria che ormai dal 2008 sta interessando un po tutto il Continente e del problema del terrorismo. Il sondaggio è stato condotto a Giugno e sono state interrogate 27.000 persone di età superiore ai 15 anni, in 27 diversi Paesi. Dal sondaggio Eurobarometer è emerso che la maggioranza delle persone dell'Unione europea intervistate, considera il riscaldamento globale come uno dei problemi più gravi al mondo, per un quinto è il problema più grave. Nel complesso, gli intervistati ritengono il cambiamento climatico come il secondo problema più grave di fronte al mondo, dopo la povertà.

Connie Hedegaard, commissario dell'European Climate, ha dichiarato: "Questa è una notizia incoraggiante, l'indagine mostra che i cittadini europei sono particolarmente sensibili di fronte al problema dei cambiamenti climatici, tanto da considerarli ancor più della crisi economica, richiedono un maggior interessamento e sensibilizzazione da parte della politica e delle imprese”.


La percentuale degli intervistati che vede i cambiamenti climatici come un problema molto serio è salito leggermente, dal 64% dell'ultimo sondaggio condotto nel 2009, al 68% di quest'anno. Otto persone su dieci sostengono inoltre che affrontare il problema del cambiamento climatico, può apportare vantaggi economici oltre che ambientali e creare nuovi posti di lavoro.

I risultati del sondaggio Eurobarometer sono per la Commissione Europea la prova che i cittadini degli Stati membri sostengono le misure per contrastare i cambiamenti climatici. Il 68% delle persone intervistate in tutta l'UE è a favore di tassare e penalizzare le emissioni di gas serra e di incoraggiare l'efficienza energetica. La Commissione europea è attualmente impegnata in una discussione che mira ad inasprire il già ambizioso obiettivo UE di riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, portandolo al 30%.


Hedegaard ha affermato: "Il fatto che più di tre su quattro europei ritengono che migliorare l'efficienza energetica, permette di contrastare i cambiamenti climatici, ma anche creare nuovi posti di lavoro, rappresenta un segnale forte per gli orientamenti politici del Continente, troppo spesso influenzati dalle lobby delle energie fossili.

Rémi Gruet, consigliere per l'European Wind Energy Association, ha dichiarato: "La scienza e l'opinione pubblica puntano nella stessa direzione”.
Cambiamenti climatici al secondo posto, dietro al problema della povertà
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