15 febbraio 2024
ore 7:48
di Nikos Chiodetto
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1 minuto, 20 secondi
 Per tutti

Nel lontano 1986 nei pressi di Chernobyl come tutti ben sappiamo avvenne uno dei più grandi disastri ambientali del nostro Pianeta. 
Tralasciando i risvolti storici dell'accaduto, interessante invece come negli ultimi anni uno studio avanzato dall'Università di Princeton negli Stati Uniti effettuato su alcuni branchi di lupi della zona, e quindi esposti a particelle radioattive, abbiamo lasciato risultati sorprendi sulle mutazioni del DNA. 
Difatti secondo questo studio scientifico, i lupi attorno alla zona di Chernobyl hanno sviluppato una mutazione genetica che li rende più "resistenti" ad alcune forme di cancro. 

Lo studio è stato possibile monitorando i lupi a cui sono stati legati apparecchi di segnalazione in tempo reale di posizione e livello di radiazione.
I ricercatori hanno poi anche prelevato campioni di sangue per capire come i corpi dei lupi rispondevano alle radiazioni che causano il cancro e hanno rilevato che sono esposti ogni giorno a più di 11,28 millirem di radiazioni per tutta la loro vita, ovvero più di sei volte il limite legale di sicurezza per un essere umano. Il risultato è stato sorprendente: i lupi hanno sviluppato un sistema di protezione del DNA che li rende più resistenti e quindi meno vulnerabili al rischio di forme di cancro. Insomma un nuovo esempio di come la natura trovi sempre delle strategie di adattamento per contrastare importanti variazioni all'ecosistema. 


Lo studio è stato interrotto per il sopraggiungere della pandemia Covid ma si presume nei prossimi anni possa ripartire con altri studi in merito. 


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