Tempesta Xaver: una vera e propria 'bomba' meteorologica
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Il termine “bomba” in meteorologia viene utlizzato quando strutture vorticose si approfondiscono molto velocemente con una pressione che scende di 1 hPa l'ora per almeno 24 ore. La pressione al suo centro raggiunge i 960 hPa. La rapidità con cui avviene il calo barico infatti fa si che il modello concettuale più appropriato per spiegare il ciclo di vita di questi vortici molto energici sia quello di “Shapiro-Keyser”. A differenza del modello della scuola Norvegese, in questo caso il fronte freddo si muove in maniera quasi perpendicolare al fronte caldo.
Si tratta di fenomeni meteorologici rari ma non eccezionali (poco hanno a che vedere col Global Warming) che sul Nord Europa di tanto in tanto transitano; sono tipici di questo periodo dell'anno; sono il frutto della trasformazione di energia potenziale in cinetica secondo il ciclo baroclino. In questi casi il ciclone extratropicale riceve poca energia dal mare ma dalla corrente a getto, ovvero il flusso in quota che lo accompagna. Questo è il motivo per cui il rapido approfondimento di questa “ciclogenesi espolosiva” avviene sulla terraferma. Il vortice si trova generalmente nel settore “left exit” dove l'aria in quota tende a scappare molto velocemente; questo crea un buco di pressione al suolo che deve essere compensato col richiamo di aria dai settori laterali. Il previsto sprofondamento della tropopausa (tropopause folding), produce anche una intrusione di aria stratosferica, condizione che rafforza la ciclogenesi; non si esclude infatti che la pressione possa scenderedi poco sotto i 960 hPa. Per questo motivo Xaver sarà più forte del Windstorm "Christian" di Ottobre. La forte differenza di pressione e soprattutto la rapidità con cui avviene determina venti tempestosi che spazzano molti Stati.