10 febbraio 2011
ore 14:00
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti
Grafico dei svedesi
Grafico dei svedesi

Lo scontro tra coloro che sostengono che i cambiamenti climatici sia frutto solamente dell'uomo e coloro che attribuiscono tali variazioni a naturali processi della natura si arricchisse ogni giorno di nuovi capitoli. Sono di quest'ultimo parere i ricercatori del Danish National Space Center che nello lavoro “Influence of Solar Activity Cycles on Earth’s Climate”, redatto nel 2007, mostrano un grafico che correla il numero di macchie solari con la temperatura media degli oceani. Da esso si evince una perfetta correlazione tra la variazione del numero di sunspot annui e la variazione della temperatura media superficiale degli oceani, tanto da spingere gli autori ad interpretare tale grafico come una prova del fatto che la variabilità solare sia la causa principale dei cambiamenti climatici.

Sin qua tutto sembra corretto, ma guardando più nel dettaglio purtroppo ci si accorge che il grafico si interrompe nel 1985. Ma come? E gli ultimi 25 anni?

A prolungare la serie ci ha pensato un docente di matematica e fisica, Marco Pagani, che dalla pagine del sito ecoalfabeta.blogosfere.it, ha mostrato risalutati davvero stupefacenti. Utilizzando i dati di temperatura oceaniche, consultabili in un file di testo del CRU, ed i dati relativi al numero medio annuo di macchie solari, reperibili presso la NOAA, ha elaborato un nuovo grafico che mostra come dopo il 1960-1970 tra attività solare e temperatura sia intercorso un vero e proprio divorzio. Se l'attività solare è fortemente diminuita per contro le temperature sono schizzate verso l'alto. Ecco così che la sentenza emessa dai ricercato svedesi viene completamente ribaltata. Il docente sostiene che il divorzio è spiegabile col fatto che all'inizio del 20° secolo il forcing radiativo dei gas serra era poco più di un settimo dell'attuale, quindi il sole la faceva da padrone. Nel 1960 il flusso era la metà dell'attuale, per cui si iniziano a vedere gli scostamenti tra attività solare e clima terrestre. Oggi, il forcing è talmente elevato da continuare a fare salire le temperature nonostante la bassa attività solare. Pertanto egli sostiene che i cambiamenti in atto sia da attribuire più ad una forzante antropica che naturale.

Lo studio tuttavia, a mio parere, richiederebbe ulteriori verifiche e conformità di analisi con il lavoro effettuato dai svedesi anche se resta il fatto che quest'ultimi inspiegabilmente abbiano omesso proprio i dati che più ci interessano. A voi i giudizi...

Grafico di Marco Pagani
Grafico di Marco Pagani

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