Redazione 3BMeteo
24 agosto 2023
ore 23:45
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Ricorre il settimo triste anniversario del terribile terremoto che sconvolse Lazio, Umbria e Marche. Ecco la cronaca dell'evento:

24 AGOSTO 2016 - Aggiornamento ore 16.28: Continua senza tregua lo sciame sismico, alle 16:02 altra scossa di 3.9 con epicentro ad Arquata del Tronto a una profondità di 8.3km, seguita a distanza di 1 minuto da un'altra di 3.2 a 10km di profondità con epicentro a Norcia. Numerose altre scosse si susseguono con magnitudo inferiore a 3.

Aggiornamento ore 14.30: Ancora una forte scossa di terremoto magnitudo 4.7con epicentro poco distante da Norcia (4km). Gli epicentri dello sciame sismico che ha seguito la scossa principale si stanno distribuendo lungo una o più faglie con andamento NW-SE per una lunghezza di una trentina di chilometri. Probabilmente l'evento principale ha stimolato altre situazione di tensione pregressa che ora stanno liberano l'energia accumulata in passato. Non è escluso che possano verificarsi altri eventi ad alta energia tra 4.0 e 5.0.

Il violento terremoto che questa notte alle 3.36 ha colpito l'Italia centrale ha avuto un impatto devastante nelle aree epicentrali. La scossa principale di magnitudo 6.0ha colpito nella provincia orientale di Rieti ad una latitudine di 42,706 ed una longitudine di 13.223 a soli  2 km dal paese di Accumoli e 9km dai centri di Amatrice e Arquata del Tronto. Questi i paesi più danneggiati dal sisma con una distruzione pressoché totale del paese di Amatrice che era annoverato come uno dei borghi antichi più caratteristici d'Italia. 

Il terremoto è stato generato dalla riattivazione di una faglia di eta quaternariaben nota ai geologi, una faglia cosiddetta "capace" proprio perché considerata attiva e in grado di produrre terremoti improvvisi. L'evento principale ha poi attivato una risposta anche nelle faglia adiacenti che hanno prodotto uno sciame sismico costituito da centinaia di altri eventi. I più forti dei quali di Magnitudo 5.4, 4.4, 4,3 e 4.2. La distribuzione degli epicentri mostra alla perfezione la direzione delle faglie che si sono attivate con il terremoto. Faglie con andamento NNW-SSEperfettamente in linea con l'Appennino.


L'onda sismica superficiale sembra poi essersi propagata con maggiore intensità in direzione ESE, questo spiegherebbe perché il paese di Norcia che si trova a soli 12km dall'epicentro pur avendo avuto diversi danni non ha registrato la devastazione che si è avuta invece ad Amatrice a 9km dall'epicentro. C'è da dire tuttavia che il terremoto ha avuto una caratteristica particolare. L'ipocentro della prima scossa quella di magnitudo 6.0 ha avuto una profondità di soli 4.2 km. 

Un sisma quindi estremamente superficiale, persino più superficiale del terremoto che colpì la città dell'Aquila nell'Aprile del 2009. L'energia di un terremoto che si sprigiona in superficie è inversamente proporzionale alla profondità, più un terremoto è superficiale, maggiore sarà l'impatto in superficie dell'onda sismica. Contemporaneamente invece l'intensità areale si riduce col diminuire della profondità per cui più un terremoto è superficiale, minore sarà l'area interessata dai danni. Un terremoto di magnitudo 6.0 a 4km di profondità è decisamente devastante all'epicentro e in grado di radere al suolo un'intera città. Se una fortuna c'è stata in questo evento, è stata quella di un epicentro lontano da aree densamente abitate. Per capirci, se l'epicentro fosse stato 35km più a sud ovest il terremoto avrebbe raso al suolo Rieti mentre se fosse stato 30km più a Ovest avrebbe potuto radere al suolo Ascoli Piceno. Questo serve come riflessione su quanto in Italia c'è ancora da fare in materia di prevenzione sismica. 


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