21 dicembre 2022
ore 11:46
di Federico Brescia
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 Per tutti

Gli incendi sono responsabili di una grande quantità di emissioni e inquinanti atmosferici, che possono degradare la qualità dell'aria e rappresentare un rischio per la salute umana. Detto ciò qualcuno starà pensando che la situazione a livello globale deve essere tragica al giorno d'oggi dopo i devastanti e numerosi incendi degli ultimi anni e invece non è così.

Negli ultimi 20 anni a livello globale le emissioni da incendi stanno diminuendo, con due picchi principali nel 2012 e 2015. Ad aggiornare sull'andamento è il servizio di monitoraggio dell'atmosfera di Copernicus. Venti anni fa le emissioni superavano le 2000 megatonnellate di carbonio mentre nel 2022 si è scesi a 1,455 megatonnellate. Secondo gli esperti il calo osservato negli ultimi decenni è dovuto al continuo calo degli incendi che interessano la savana ai tropici. 

Alcune zone però viaggiano in controtendenza: per esempio nel 2022 l'Europa e il Sud America hanno subito un netto aumento degli incendi. Francia e Spagna, in particolare, hanno registrato le emissioni più alte dal 2003, rispettivamente con un totale di oltre 1 e 3 Mt C durante l'estate. Secondo le analisi di CAMS GFAS, le emissioni totali di incendi dall'Unione Europea e del Regno Unito dal 1° giugno al 31 agosto 2022 sono state di 6,4 megatonnellate di carbonio, il livello più alto dall'estate del 2007. Un anno da dimenticare anche in Brasile, nello stato di Amazonas, dove si sono misurate le più alte emissioni totali del periodo luglio-ottobre degli ultimi 20 anni, poco più di 22 megatonnellate. Incendi dannosi per il clima e per il nostro pianeta anche nel Nord America, ricordiamo i peggiori in Alaska e nello Yukon in Canada, con conseguente trasporto di fumo nel circolo polare artico, estremamente dannoso per la fusione dei ghiacciai e del ghiaccio marino.


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