5 aprile 2024
ore 23:48
di Edoardo Ferrara
tempo di lettura
4 minuti, 39 secondi
 Per tutti
Piogge eccezionali al Nord tra fine febbraio e marzo
Piogge eccezionali al Nord tra fine febbraio e marzo

PIOGGE ECCEZIONALI AL NORD, IN UN MESE E MEZZO FINO AL 30-40% DELLA PIOGGIA ANNUALE - Da circa il 20 febbraio e per gran parte di marzo l'Italia è stata interessata da numerose perturbazioni atlantiche, con coinvolgimento tuttavia più diretto e incisivo delle regioni settentrionali. In particolare tra Piemonte e Lombardia si sono registrate punte pluviometriche complessive fino a 500-700m sulle alte pianure, ma con picchi che superano gli 800mm in generale sulla fascia prealpina e alpina retrostante, anche del Nordest. Complessivamente dunque in circa un mese e mezzo è caduto un quantitativo di pioggia pari al 30-40% del totale medio annuo su diverse aree del Nord: un dato davvero notevole. Come sovente accade quando la circolazione è di tipo atlantico, il versante adriatico ha invece sperimentato precipitazioni decisamente più esigue per via della barriera indotta dall'Appennino. In generale anche al Sud le precipitazioni sono risultate spesso risicate, in quanto parzialmente interessate dall'alta pressione. Una situazione che aggrava il deficit idrico su queste zone, allo stato attuale particolarmente serio sulla Sicilia. 

Precipitazioni accumulate nel mese di febbraio
Precipitazioni accumulate nel mese di febbraio

DOVE STA L'ANOMALIA? - Piogge di questa portata sono più tipiche dei mesi autunnali di ottobre-novembre, quando le perturbazioni atlantiche incontrano un terreno fertile per esaltare le loro potenzialità: vale a dire un Mediterraneo ancora caldo e contrasti termici marcati tra la risalita di masse d'aria significativamente calda dal Nord Africa e i primi spifferi freddi da Nord. Non sono certamente accumuli pluviometrici consoni a mesi come febbraio e marzo, quando la temperatura superficiale del Mediterraneo raggiunge mediamente il suo minimo così come il Nord Africa non dovrebbe essere caratterizzato da temperature troppo elevate. Invece ci troviamo di fronte a un Mediterraneo le cui acque superficiali sono generalmente più calde della norma del periodo di 1-2°C (ma con picchi locali superiori): in senso assoluto 1-2°C possono sembrare poco, ma dal punto di vista termodinamico hanno un impatto molto significativo sull'attività ciclonica. Contestualmente l'Africa subsahariana già sperimenta picchi di caldo notevoli, relazionati al periodo, con picchi persino di 48-49°C. In questo contesto quando vengono richiamate masse d'aria da Sud, come sovente accade con l'arrivo di una perturbazione atlantica, queste risultano decisamente calde fornendo un surplus energetico ai sistemi ciclonici, insieme al Mediterraneo: da qui le precipitazioni fuori misura. In parole povere, ci siamo ritrovati di fronte a perturbazioni di stampo prettamente autunnale (tipiche di ottobre) ma in pieno inverno. E in effetti, nonostante il maltempo, le temperature si sono mantenute comunque sopra le medie non solo al Centrosud, ma pure al Nord sebbene in misura minore. 

Precipitazioni accumulate nel mese di marzo
Precipitazioni accumulate nel mese di marzo

IL CASO DI MILANO - Prendiamo più nello specifico il caso di Milano: nel primo trimestre del 2024 sono caduti circa 500mm di pioggia (qualcosa più, qualcosa meno a seconda dei quartieri), a fronte di una media di circa 170mm. E' dunque piovuto tre volte tanto rispetto alla media, ma con la maggior parte della pluviometria concentrata in meno di un mese e mezzo (marzo e l'ultima decade di febbraio). La stessa proporzione vale anche per molte altre aree di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d'Aosta. 

NEVE ABBONDANTE SULLE ALPI, MA A QUOTE ELEVATE PER IL PERIODO - Contestualmente si sono verificate nevicate abbondanti sulle Alpi, talora anche di eccezionale portata come nel caso del Piemonte e della Valle d'Aosta: gli accumuli complessivi hanno superato talora i 3 metri dai 1700-1900m di quota. Tuttavia a livello generale la neve è caduta sempre a quote piuttosto elevate considerando il periodo invernale e quando si spingeva a basse quote era solo grazie all'intensità elevata delle precipitazioni (favorevole all'omotermia) e al microclima delle vallate locali (come nel caso di Domodossola). Di fatto appena si concretizzava una pausa delle precipitazioni, la fusione della neve avveniva rapidamente anche intorno ai 1400-1600m, che ricordiamo trattasi di quote elevate in relazione al periodo. Peraltro nell'inverno appena trascorso è mancata anche una singola nevicata significativa in pianura in Lombardia, ma pure su diverse aree del Piemonte. La buona notizia comunque è che precipitazioni di questa portata hanno risanato il grave deficit idrico in cui versava buona parte del Nord Italia, in primis il comparto piemontese. 

C'ENTRA IL CAMBIAMENTO CLIMATICO? - Qui il discorso va sviscerato con cautela. Nel contesto di riscaldamento globale le masse d'aria che arrivano dalle latitudini subtropicali risultano certamente più calde e questo comporta maggiore energia a disposizione per le perturbazioni, che quindi esacerbano le loro potenzialità. In quest'ottica rientrano dunque gli accumuli fuori misura registrati al Nord e in parte sulla Toscana. Questo evento ci dimostra altresì come l'equazione Riscaldamento Globale = Siccità presa così sia troppo semplicistica: il cambiamento climatico non implica che non piova più, ma può incidere su comportamento, entità e distribuzione delle precipitazioni. Così fasi siccitose vengono alternate a fasi piovose ma la compensazione può avvenire in modo brusco e, per così dire, violento, con tutte le conseguenze del caso. Ribadiamo che gli eventi estremi ci sono sempre stati e sempre ci saranno, tuttavia la loro frequenza viene alterata e diventa maggiore in un contesto termico più caldo, se non altro per la maggiore energia a disposizione dei sistemi barici. In questo articolo maggiori dettagli.


Segui @3BMeteo su Twitter


Articoli correlati