7 aprile 2024
ore 11:38
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Le mappe di Copernicus (Global Monitoring for Enviroment and Security) mostrano un'Italia ancora divisa quasi a metà sotto il profilo delle precipitazioni. Nonostante il quasi completo recupero del deficit idrico sulle regioni del Nord e sulle regioni centrali tirreniche fino alla Campania, c'è ancora tutto il versante adriatico dalle Marche alla Puglia, la Basilicata, la Sicilia e gran parte della Sardegna che soffrono problemi di siccità. La situazione è particolarmente seria per non dire grave sulla Puglia centrale, la Basilicata orientale (Materano), la Calabria ionica (Crotonese) e la Sicilia centro orientale (Ennese, Catanese, Siracusano) dove il deficit pluviometrico annuale si potrebbe definire estremo. Arrivare ad aprile con una situazione del genere getta ombre preoccupanti sul periodo estivo. 


Molti invasi sono ai minimi storici e in più ci sono anche i problemi derivanti da condotte idriche spesso obsolete. In Sicilia criticità si registrano nei serbatoi Scanzano, Piana degli Albanesi, Poma e Rosamarina, in cui c'è una diminuzione dei volumi complessivi superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il fatto che le dighe abbiano un volume di invasamento dimezzato obbliga a prendere decisioni drastiche, se si vuole un po' mettere in sicurezza l'estate. 


Per questo motivo  l'Amap, l'azienda che gestisce le reti e la distribuzione nella città di Palermo e nella maggior parte dei paesi della provincia, ha annunciato quel che si temeva da qualche tempo: arriva il razionamento delle risorse idriche sotto forma di riduzione della pressione nelle reti. In Calabria è soprattutto il settore agricolo a soffrire la grave carenza idrica. Secondo l'Ispra gli ultimi mesi sono stati tra i peggiori della storia per quanto attiene le precipitazioni. E le conseguenze, soprattutto nell'area del Crotonese che volge a est, già si toccano con mano, interi campi di finocchi mandati al macero e molti prodotti ortofrutticoli neanche messi a dimora. Nei prossimi mesi dovranno essere prese decisioni importanti per il futuro. Questo clima impazzito, caratterizzato da precipitazioni incostanti con periodi di prolungata siccità e brevi lassi di tempo in cui ci sono piogge intense, dovrà essere considerato la nuova normalità e quindi la maggior parte degli interventi dovrà essere mirata allo stoccaggio della molta pioggia caduta in poco tempo per il suo utilizzo nei periodi siccitosi. 


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