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28 dicembre 2023
ore 13:13
di Emanuele Bompan
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 Per tutti

"La, in mezzo al fiordo!", indica Mohammed. Una coppia di delfini (Delphinus truncatus) è appena emersa dalle acque azzurre e non troppo profonde. L'eccitazione scuote leggermente il dhow, l'imbarcazione tipica araba, che imposta la rotta e si avvicina ai simpatici animali. Dopo poco sono i delfini che iniziano a "rincorrere" la barca per giocare nella sua scia, saltando davanti alla prua, come facevano da cuccioli seguendo la scia della madre. «Per non metterli a rischio è fondamentale che la barca non faccia virate improvvise", racconta Mohammed, che lavora per Dolphin Khasab Tours, uno dei principali operatori ecoturistici del Musandam, exclave del sultanato dell'Oman, innestato nel golfo Persico, nello stretto di Hormouz. Lontani delle petroliere e dai terminali di Bandar Abbas, il Musandam è un'articolata penisola, costellata di fiordi e montagne brulle e arse dal sole che contrastano con l'azzurro mare del Golfo.

Visitare con il dhow le baie e le insenature, osservando delfini o nuotando nelle tranquille acque interne è la principale attrattiva di questo luogo ancora poco toccato dal turismo. Arrivando in auto o in bus dagli Emirati, questo luogo può costituire una prima tappa di un viaggio in Oman, la sempre più gettonata destinazione mediorientale nota per i suoi deserti, per i suoi profumi e aromi e per un'accoglienza unica nella regione, rispettosa della tradizione ma aperta alle differenze. Oltre che per i suoi magici fiordi, il Musandam regala magnifici scorci delle insenature dall'alto delle sue montagne rocciose, da cui si può indugiare fino a notte per godere dell'oscurità e osservare le stelle. E dall'alto di una delle prime cime montuose di Kashab - principale centro abitato della provincia - si si può fare un giro sulla zipline, che dopo la partenza sopra il versante della nuda montagna attraversa un intero fiordo arrivando a sfiorare il mare. Un senso di calma e tranquillità pervade questa terra desertica, abitata da villaggi di pescatori e commercianti. Ma è solo il preludio, dell'avventura che vi attende in Oman.

Oman, turismo naturale ed ecologico

Negli anni scorsi il sultanato omanita ha visto una crescente attenzione ad uno sviluppo armonico e sostenibile del turismo, dando spazio ad iniziative di tutela naturale, outdoor travel, economia circolare, tutela del patrimonio storico-artistico ed ecoturismo. Già oggi il sultanato, che ancora sfrutta le sue risorse petrolifere, si è dato un obiettivo di generare almeno il 30% da fonti rinnovabili entro il 2030 raggiungendo il 100% entro il 2050; si è dotato di un piano di economia circolare e già oggi ricicla il 31% dei rifiuti raccolti in 67 impianti; nel 2030 produrrà un milione di tonnellate di idrogeno verde, per il quale conta di diventare un hub regionale ben prima dei cugini emiratini. Ma la nuova sfida è quella di un turismo green e circolare, alla scoperta della natura, usando veicoli a basso impatto, preservando agricoltura tradizionale e patrimonio storico. "Una delle sfide del turismo sostenibile è quella di recuperare i territori a partire dai vecchi villaggi abbandonati in montagna, costruiti in paglia e terra cruda", racconta Ali, proprietario dell'hotel tradizionale Hanging Terraces, innestato sull'altipiano di Jabal al Akhdar, sui monti dell'Hajar, a tre ore da Muscat. Ristrutturando una vecchia casa diroccata è riuscito a ricreare uno spazio dove trova posto artigianato locale, accoglienza tradizionale (caffè e datteri, come ovunque in Oman) e comfort a basso impatto. "Per il cibo invece che fare un ristorante noi ci avvaliamo del supporto di famiglie locali, in modo da usare solo ingredienti del territorio e sostenendo allo stesso tempo la comunità". 


Dal suo villaggio si possono ammirare gli antichi terrazzamenti che ancora oggi preservano un delicato equilibrio tra l'uomo e la natura arida della penisola araba. Nelle aree montane è facile incrociare vecchi villaggi abbandonati, in terra cruda e pietre, circondati da vere e proprie oasi dove si coltivano principalmente palme da datteri.


Sul mare, invece, si sono sviluppati numerosi e moderni hotel per godere delle bellissime spiagge e dell'acqua cristallina. Niente scempi però, ogni sviluppo immobiliare è regolamentato e autorizzato per preservare le coste, facendo attenzione agli impatti ambientali. Vari hotel sono costruiti a basso impatto, come l'incantevole Jumeirah Muscat Bay, dove è possibile praticare kayak nella baia, fare lezioni di yoga tradizionale, scegliere piatti vegani e vegetariani dalla tradizione omanita o indiana, oltre che scoprire rituali per il corpo e la mente a base degli oli di oud e franchincenso, rilassandosi su una spiaggia incontaminata.

L'acqua, magia del deserto

Entrando nell'area di Jabel Shams, il monte più alto dell'Oman (3028 mt.), si intuisce subito ilcomplesso lavoro di orogenesi svolto dall'acqua. I responsabili sono torrenti a carattere non perenne, che hanno formato canyon, i cosiddetti wadi, modellando le montagne dell'Hajar. Alcuni di questi, come il wadi al Hajir, sono percorribili a cavallo e poi a piedi, con alcuni tratti di sentiero attrezzato per arrivare a scoprire pozze dove poter fare il bagno lontano da occhi indiscreti. Altri, come l'impressionante Wādī Bīmah (Snake's Gorge), possono essere percorsi con una guida di canyoning, tuffandosi in pozze e calandosi lungo le pareti più scoscese.


Nell'area di Jabel Shams ci sono numerosi percorsi di trekking, come il W4 per arrivare in cima al monte, oppure il W8 per attraversare la catena in una giornata di lungo cammino, magari dormendo in una delle aree campeggio isolate tra le montagne. Tutti questi sentieri hanno in comune l'acqua e la maestosità dei wadi. Quando scendono le piogge, pochi giorni l'anno, i wadi vengono inondati, poiché l'acqua non viene assorbita dal suolo e si concentra negli avvallamenti, dove è possibile incontrare piscine e pozze. Altrettanto sorprendente è la capacità dell'uomo di fare un uso intelligente della scarsissima risorsa. Nei villaggi a valle e lungo i pendii sono presenti complessi sistemi di irrigazione, gli aflaj, in grado di massimizzare la pochissima acqua raccolta distribuendola lungo terrazzamenti o in giardini pensili lungo i wadi, al sicuro dall'area torrentizia. 

I sistemi d'irrigazione Aflaj sono, dal 2006, patrimonio dell'umanità dell'UNESCO e sono uno dei simboli di resilienza e adattamento climatico del paese. Ce ne sono oltre 5000 in tutto l'Oman, più grande è il Falaj Daris, che si trova a circa 7 km da Nizwa, principale mercato e punto di partenza per tante avventure nella natura. I sistemi risalgono al VI secolo e permettono di coltivare datteri biologici, mango, giuggiole, oltre che verdure e ortaggi. Seguite il loro percorso camminando sui bordi piatti di questi canali larghi non più di un metro per avventurarvi nell'ombra di questi giardini nel deserto o lungo pareti a strapiombo sui wadi.


Incenso, datteri, rose

Uno degli elementi iconici dell'Oman sono i profumi e gli aromi. In ogni luogo viene bruciato l'incenso derivato dalla boswelia sacra, pianta diffusissima nel sud del paese, spesso usata anche per profumare le tradizionali dishdasha, le tuniche bianchissime dotate di una nappina spesso impregnata di profumo di oud o franchincenso. Nell'area di Jabal al Akhdar invece è diffusissima la rosellina di montagna e l'aglio biologico, due prodotti ricercatissimi (l'area coltivabile è limitata), entrambi dall'aroma unico. L'acqua di rose, oltre che come unguento viene usata spesso per aromatizzare il caffè arabo o sui piatti di riso (dove trionfa anche lo zafferano questo però importato dal vicino Iran). Il souq di Nizwa o di Muscat sono i luoghi elettivi dove scoprire i prodotti del territorio, ma vale la pena vedere i prodotti biologici che si possono trovare al mercato generale di ortofrutta della capitale oppure cercare commercianti locali nei piccoli villaggi di montagna. L'artigianato in legno è specializzato sul riciclo del legno, materiale preziosissimo in un paese con pochissimi alberi, che vede un grande mercato del riuso, dalle porte alle travi, fino ad oggetti di decoro di ogni tempo. Poca la chincaglieria cinese, mentre l'argento locale, lavorato dagli artigiani di Nizwa trova ancora spazio, con i pugnali e i gioielli tradizionali. Ma il tesoro più grande che porterete a casa dall'Oman non saranno oggetti, ma la gentilezza d'animo delle ragazze e ragazzi, il loro amore per questo paese e la sua natura, che lo rendono unico nella regione. Sicuramente da mettere nella vostra lista di viaggi da fare per il 2024.



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