Meteo - Differenza tra caldo torrido e afoso, temperatura apparente e reale, come si calcola il disagio fisico per l'afa e l'indice di calore. Un po' di chiarezza
Troppi numeri e termini gettati in pasto alla gente, c'è confusione.
4 minuti, 12 secondi
Da diversi anni sono entrati nell'uso comune diversi indici biometeorologici che fino agli anni '80 erano del tutto sconosciuti ai più. Avrete certamente sentito parlare di indice di calore, disagio fisico, temperatura apparente, raffreddamento da vento o windchill. Sono termini molto chiari a noi addetti ai lavori, ma che buttati in pasto alla gente senza una spiegazione adeguata possono solo aumentare la gran confusione che c'è. Vista l'ondata di caldo intenso, la terza della stagione estiva 2023 e non ultime le domande e le perplessità che molti di voi hanno sollevato sui social oggi faremo un po' di chiarezza. Iniziamo proprio dalle famigerate temperature apparenti che sempre più spesso vengono date dai media come fossero temperature reali. Le temperature apparenti tengono conto dell'aumento della percezione di caldo a causa dell'aumento dell'umidità dell'aria. Più il caldo è afoso (umido) più il corpo umano sarà a disagio e per dare un valore a questo disagio si calcola una temperatura che è più alta di quella reale. Ma non sempre questo valore è indicativo del disagio percepito per due motivi, il primo è che il disagio fisico è del tutto personale, il secondo è che non si può paragonare il caldo afoso con il caldo torrido altri due termini su cui viene spesso fatta confusione. Il caldo torrido è un caldo caratterizzato da temperature molto elevate (anche superiori ai 40/45°C) in presenza di aria secca, con una umidità relativa inferiore al 20/30%. Il caldo afoso è un tipo di caldo caratterizzato da temperature elevate (raramente superiori ai 35/37°C) ma in presenza di aria umida, umidità relativa generalmente superiore al 50/60%.
Ma prima un doveroso approfondimento. Come fa il corpo a raffreddarsi? - Il meccanismo principale di termoregolazione del nostro nostro corpo quando fa molto caldo è la produzione di sudore. Quando il sudore evapora dalla nostra pelle, sottrae calore al nostro corpo raffreddandolo (come quando vi spruzzate dell'alcool su una mano e ci soffiate sopra sentendo il fresco sulla pelle). Più velocemente avverrà questa evaporazione, più efficace sarà il raffreddamento. Purtroppo il processo di evaporazione del sudore è legato alla quantità di umidità presente nell'aria, più l'aria è secca, più velocemente ci sarà l'evaporazione. Più l'aria è umida meno velocemente essa avverrà e per valori di umidità superiori al 70/80%, sarà praticamente inibita o impedita del tutto (90/100%ur) col sudore che resterà sulla nostra pelle appiccicato e senza determinare alcun raffreddamento del corpo. Il disagio fisico è proprio quella sensazione legata alla difficoltà del sudore di evaporare ed esso può essere davvero opprimente in talune circostanze e persino letale per certo valori
La temperatura apparente (Heat Index) anche nota come indice di calore è tra i più noti indici biometeorologici. Si calcola attraverso una tabella di riferimento oppure attraverso un calcolo matematico che non vi proponiamo nemmeno. La tabella dell'indice di calore ci dice che con una temperatura reale di 32°C ed una umidità relativa dell' 80% il nostro corpo percepirà una temperatura apparente di 48°C al pari di una temperatura reale di 42°C ma con una umidità relativa del 25%. Le due condizioni sembrerebbero identiche ma non è assolutamente così per quel famoso discorso legato al sudore. Nel primo caso infatti il sudore non riuscirà ad evaporare dal corpo che si surriscalderà fino a farci rischiare un collasso, nel secondo caso invece quel 25% di umidità relativa favorirà una veloce evaporazione del sudore con un raffreddamento del corpo abbastanza rapido. Quindi molto meglio 42°C con il 25% di umidità relativa che 32°C con l'80% di umidità relativa. La differenza tra caldo afoso e caldo torrido è sostanziale ed è facilmente verificabile anche senza strumenti: se farete un bagno a mare con un clima afoso, quando uscirete dall'acqua anche in presenza di una leggera brezza, non proverete alcuna sensazione di fresco, se invece il clima sarà torrido e ventilato, uscendo dall'acqua potrete persino sentire freddo.
Per questa ragione il modo più corretto di valutare il disagio corporeo legato alle diverse condizioni climatiche è utilizzare l'indice di Charlau che non da "i numeri" ma mostra solo dei campi di percezione.
La comprensione di questo grafico è abbastanza veloce e ci fa capire che è possibile provare un intenso disagio fisico anche con temperature non particolarmente elevate, ad esempio di 26/27°C in presenza di umidità relative intorno all'80/90%. L'indice di Scharlau può essere un valido aiuto anche per calcolare le condizioni di benessere in casa con l'utilizzo dei climatizzatori. Basta mantenersi all'interno del campo verde. Quindi se in casa avete ad esempio una temperatura di 30°C con un'umidità relativa del 60% (alto disagio fisico), per ottenere il benessere basterà far scendere la temperatura fino a 27°C ( solo 3°C) e portare l'umidità al 40%, anche con il solo ausilio della funzione di deumidificazione.