24 febbraio 2023
ore 23:45
di Edoardo Ferrara
tempo di lettura
2 minuti, 17 secondi
 Per tutti
La valanga del Monte San Primo a sinistra (fonte il Curiosone), il Monte oggi a destra
La valanga del Monte San Primo a sinistra (fonte il Curiosone), il Monte oggi a destra

COME CAMBIANO GLI INVERNI SULLE ALPI, IL CASO DI MONTE S. PRIMO - Non è certo un mistero che gli inverni dello scorso secolo fossero mediamente più freddi e nevosi di quelli attuali, in particolare nel Nord Italia, dove frequentemente venivano ad interagire le perturbazioni atlantiche con le masse d'aria fredda pilotate dall'anticiclone russo-siberiano. Gli anni '40-'50 furono molto produttivi in tal senso, ma non da meno anche gli anni '60-'70; dagli anni '80 la frequenza di episodi freddi e nevosi andò invece progressivamente calando, fino ad annullarsi quasi del tutto o risultare 'perle rare' dagli anni 2010 in avanti. Se oggi per trovare accumuli nevosi importanti in inverno bisogna salire in genere oltre i 1800-2000m sulle Alpi (e talvolta neanche quello per via di condizioni siccitose), pensate che ad esempio negli anni '40 e '50 non di rado si registravano cumulate di neve anche superiori al metro non solo sulle Alpi ma pure sulle Prealpi e fino alle quote medio-basse.  

Emblematico in tal senso il caso del Monte San Primo, rilievo lombardo sito nelle Prealpi Comasche: la sua cima, alta 1682m, è la più elevata del triangolo lariano e sovrasta le rive del Lago di Como e Bellagio (di cui San Primo ne costituisce una frazione). In questa montagna si consumò la tragedia dell'albergo Parco Monte San Primo, per via del distacco di una imponente valanga che si verificò nella notte del 14 marzo del 1946. Alle ore 04,30 da una cresta sovrastante del Monte San Primo si distaccò una slavina che raggiunse e sventrò la depandance del Grande Albergo Parco Monte San Primo e tutti coloro che erano al suo interno, causando undici morti. Il distacco fu forse indotto dall'inesperienza di due sciatori stranieri che furono visti incamminarsi nei dintori dell'albergo. La struttura è in stato di abbandono dagli anni 80. Difficile oggi immaginare che sulle Prealpi si sciava a quote anche piuttosto basse, ma era così: pensate che le propaggini della valanga raggiunsero i 1000m, con i soccorritori a spalare metrate di neve.

Oggi invece il Monte San Primo si presenta come nel video di seguito: quasi totalmente privo di neve. Una situazione che è diventata sempre più frequente negli ultimi anni rispetto alle fasi nevose, non solo in questa zona ma in gran parte delle Alpi al di sotto dei 2000m e ancor più delle Prealpi. Come si nota nel video il vecchio impianto sciistico è in disuso per mancanza totale di neve: si tratta di zone dove si sciava regolarmente fino agli anni 80. 


Segui @3BMeteo su Twitter


Articoli correlati