11 dicembre 2020
ore 12:23
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Il solstizio d'inverno, dal latino solstitium, composto dalle parole sol, "Sole", e sistere, "fermarsi", letteralmente "sole fermo" è in astronomia il momento in cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione minima. La sua data non è fissa a causa di un errore di 6 ore nel calcolo dell'esatta durata dell'anno astronomico rispetto alla nostra misurazione del tempo (a causa di quelle 6 ore ogni 4 anni viene aggiunto un giorno, il famoso anno bisestile). Quelle 6 ore causano uno sfasamento per cui il momento preciso del solstizio oscilla tra le due date del 21 e del 22 dicembre, quest'anno il solstizio d'inverno capiterà il 21 dicembre esattamente alle 11.02 ora italiana.

LA SCIENZA: Il solstizio d'inverno segna l'inizio ufficiale dell'inverno astronomico, quello meteorologico inizia invece il 1 dicembre ed è anche il giorno più corto dell'anno. La tradizione popolare fissava questo giorno nel 13 dicembre, Santa Lucia quando il sole effettivamente tramonta qualche minuto prima del giorno del solstizio, tuttavia per tenere conto della durata effettiva del giorno si deve considerare anche quando il sole sorge e a Santa Lucia il sole sorge prima del giorno del solstizio motivo per il quale il 21 o 22 dicembre risultano comunque i giorni con meno luce di tutto l'anno.

IL MITO: il Solstizio d'Inverno simboleggia il passaggio dalle tenebre alla luce ed è festeggiato in tutte le parti del globo, con differenze più apparenti che reali, ma giustificate dalle differenti culture. Intorno ai giorni del solstizio (21-25 dicembre), quasi tutte le popolazioni hanno sempre festeggiato la nascita delle loro divinità solari o di qualche essere soprannaturale: Krishna, in India; Schin-Shin in Cina; in America del Sud nelle culture pre colombiane Quetzalcoath e Huitzilopochtli; più vicino a noi: Horus in Egitto; Mithra in Persia ( entrerà presto nelle tradizioni e celebrazioni dell' antica Roma) e Tammuz, in Babilonia. Anche Gesù Cristo (portatore di luce) viene fatto nascere in questo periodo, il 25 dicembre ma la data della sua nascita è tutt'altro che certa. Iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il "frammento 66" dell'opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell'Eneide). Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall'insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono "Alban Arthuan" ("rinascita del dio Sole"); i Germani, "Yulè" (la "ruota dell'anno"); gli Scandinavi "Jul" ("ruota solare"); i Finnici "July" ("tempesta di neve"); i Lapponi "Juvla"; i Russi "Karatciun" (il "giorno più corto")


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