5 aprile 2024
ore 7:53
di Davide Sironi
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 Per tutti

Il clima ha subito grandi variazioni nel corso della lunga storia della Terra, sia per il cambiamento dei parametri orbitali sia per eventi catastrofici come ad esempio l'impatto di grossi meteoriti oppure di immense e prolungate eruzioni vulcaniche connesse allo spostamento delle placche tettoniche. Questi repentini cambiamenti climatici hanno spesso portato a letali estinzioni di massa.

L'"evento pluviale carnico", verificatosi circa 230 milioni di anni fa, rientra tra questi e ha segnato una svolta drammatica nella storia climatica della Terra. 
Il pianeta passò da condizioni di aridità a una fase prolungata di intense precipitazioni che durò tra uno e due milioni di anni, un periodo incredibilmente lungo. I mari in quel periodo erano straordinariamente caldi, paragonandoli alla temperatura di una "zuppa calda", e questo calore oceanico esacerbò le condizioni per monsoni più frequenti e intensi, portando a precipitazioni senza precedenti sulla terraferma.

Come si è risaliti a questo periodo monsonico?
L'evento pluviale del Carniano, noto anche come crisi del Carniano, ha lasciato il segno nei record geologici di tutto il mondo, suggerendo un impatto ambientale diffuso. La chiave sta nello studio delle rocce sedimentarie e di particolari strati rocciosi, la cui formazione è spiegabile solo attraverso sedimenti trasportati da alluvioni diffuse e prolungate su ampie zone del Pianeta. Attraverso i fossili contenuti in questi strati e alle datazioni radiometriche dei minerali contenuti nelle rocce, i geologi hanno potuto ricostruire quando l'evento è accaduto. Una prova delle catastrofiche alluvioni del Carniano è stata rinvenuta anche in Italia, nelle Alpi orientali, dove sono stati trovati sedimenti di origine silicoclastica (argille, sabbie, ghiaie) in un deposito di acque profonde, all'interno di rocce carbonatiche (Calcari, Dolomie).  

Quali furono le cause?
La causa principale di questo straordinario cambiamento climatico viene associata ad una massiccia eruzione vulcanica all'interno della Grande Provincia Ignea di Wrangellia, che si estende dall'Alaska centro-meridionale fino alla costa della Columbia Britannica. 
Le caldere vulcaniche immisero in atmosfera enormi quantità di gas serra come l'anidride carbonica ma anche grandi quantità di vapore acqueo determinando un inarrestabile cambiamento climatico verso condizioni più calde e umide in tutto il Pianeta. Anche la presenza all'epoca, di Pangea, un unico Supercontinente circondato da oceani, si ritiene possa aver coadiuvato il fenomeno alluvionale in quanto buona parte delle terre emerse era prossima all'equatore e le correnti marine disposte in modo da trasporare enormi quantità di calore e umidità verso la terraferma. 

Impatti catastrofici su ambiente e fauna
Le eruzioni vulcaniche che hanno dato il via a questo periodo sono state responsabili della generazione di piogge acide con effetti catastrofici sull'ambiente, tra cui la degradazione della vegetazione e del suolo, oltre che a causare l'anossia (mancanza di ossigeno) e l'acidificazione degli oceani. Queste condizioni così dure hanno provocato estinzioni di massa, rimodellando il paesaggio ecologico.

L'alba dei dinosauri
Non tutto il male viene per nuocere: da questo periodo in poi si osserva un'ampia diversificazione e proliferazione dei dinosauri che domineranno poi il Pianeta per più di 150 milioni di anni, fino alla loro scomparsa dovuta ad un altro evento altrettanto catastrofico (impatto di un meteorite 65 milioni di anni fa). Questa correlazione ha lasciato intendere che le condizioni di umidità potrebbero essere state un catalizzatore per il successo evolutivo dei dinosauri, segnando un momento cruciale nella storia biologica della Terra.


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