7 maggio 2018
ore 7:49
di Manuel Mazzoleni
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2 minuti, 52 secondi
 Per tutti
La lunga notte in Antartide
La lunga notte in Antartide

Il sole è definitivamente tramontato sull'Antartidelasciando i nostri connazionali e gli amici francesi immersi una lunga notte a più di mille chilometri all'interno del plateau artico. È così iniziata, giovedì 3 maggio, la stagione di buio perenne sulla remota stazione DomeC- Concordia, dove i tecnici e gli scienziati Moreno Baricevic, Colline Bauchaier, André Bourre, Remì Bras, Marco Buttu, Filippo Cali ' Quaglia, Florentine Camus, Mario Giorgioni, Alberto Razeto, Jacques Rattel, Marco Smerilli e lo "station leader" Cyprien Verseux ( con loro anche l'austriaca Carmen Possnig dell'Esa) rimarrano isolati dal mondo interno a temperature fino a -80 °C almeno sino ad agosto. Con l'arrivo della notte diventa infatti impossibile raggiungere questa remota e ostica zona dell'Antartide. Nessun per i prossimi tre mesi potrà raggiungerli se non grazie ai telefoni satellitari e alla connessione internet satellitare. Tutte le emergenze, tutti i problemi piccoli e grandi saranno risolti in autonomia e in un ambiente ostile. Per molti versi è una esperienza simile a quella degli astronauti. Per molti un'esperienza eccitante, complessa, psicologicamente sfidante, che segna, e non in senso negativo.

Oggi probabilmente qui a Concordia - scriveva l'"invernante" Alberto Razeto, il medico di Dome C in uno dei post sul suo profilo Facebook, è l'ultimo giorno in cui si può ammirare la luce del Sole. Le foto sono state scattate intorno a mezzogiorno e il tempo trascorso tra alba e tramonto è stato di brevissima durata! Per ricordare e salutare l'ultimo sole prima del buio Mario Giorgoni, Marco Buttu, Carmen Possnig, Moreno Baricevic, Coline Bouchayer ed io, abbiamo deciso di affrontare i -85° per immortalarci sia con il Sole che con la Luna!".


Il Sole, scriveva Marco Buttu, è appena tramontato e lo rivedremo ad agosto. Ci aspetta qualcosa di veramente speciale, e non parlo del fatto che staremo al buio a -80 gradi per tre mesi. C'è dell'altro. Se ci pensate, infatti, qua non ci sono insetti, animali, aerei che passano sopra la nostra testa, foglie che volano al vento, colori. Non c'è niente che si muove, niente e nessuno a farci compagnia, eccetto che il Sole, sino ad oggi. Adesso potete capire che si può avere la nostalgia di una stella, considerandola un essere vivente. Ora immaginate di stare qua, nel posto più freddo e isolato al mondo, persi in una immensa e piatta distesa bianca, lontani da tutto e tutti. Nessuno può raggiungervi, in alcun modo, e non potete più andar via. Nessun rumore. Silenzio assoluto e buio pesto. Se non fosse per il moto dei pianeti e quello apparente delle stelle, tutto sarebbe statico".

"É rimasta solamente una infinitesima parte dell'Universo, quella che si manifesta ai vostri occhi, a farvi compagnia. Iniziate a intuire _ conclude Marco _ quanto siete piccoli e insignificanti al cospetto del cosmo, e vi sentite un tutt'uno con il resto del sistema. Ecco perché adesso, finalmente, percepisco pienamente la sensazione di isolamento. Ed è meravigliosa. Mi permette di apprezzare ancor di può ciò che mi manca, di riflettere e pensare alla vita al di là di come la concepiamo noi esseri umani". Il plateau antartico come luogo dell'anima, palestra non solo per la scienza ma anche occasione per riflettere sulla condizione umana.


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