10 febbraio 2011
ore 9:40
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti
Auto più lente = meno inquinamento?
Auto più lente = meno inquinamento?

Fa molto discutere la norma attuata da alcune città italiane che riduce i limiti di velocità dai 50 ai 30 km/h nei centri abitati e da 110 a 90 Km/h sulle strade extraurbane, ma anche la proposta di ridurre a 90 km/h i limiti sulle arterie autostradali più a rischio smog. Ma queste riduzioni possono portare a dei benefici o sono sono solo un altro meschino escamotage per imbrogliare i cittadini e rimpinguare le vuote casse di molti comuni?

La comunità scientifica già da tempo si è mossa effettuando campagne di ricerca finalizzate a stabilire la corretta correlazione che intercorre tra la velocità dei veicoli e la concentrazione di PM10 e di altri inquinanti nell'aria. Secondo Legambiente la riduzione dei limiti di velocità è un provvedimento emergenziale programmato in grado di contrastare efficacemente la concentrazione di polveri in atmosfera. Inoltre l'organizzazione ritiene che la proposta debba essere portata al Governo nazionale con la formula adottata in Svizzera che limita a 80 km/h la velocità su tangenziali, autostrade urbane e strade di grande scorrimento quando la concentrazione delle Pm10 raggiunge i 100 mg/mc. Diversi studi dimostrano infatti che a questi regimi corrispondano consumi di carburante di circa un terzo inferiori ed emissioni di Pm10, NoX e Co2 ridotte di una percentuale che oscilla tra il 27 e il 50% (a seconda della cilindrata del mezzo).

 

Secondo Eriberto De Munari, responsabile Qualità dell'Aria dell'Arpa Emilia Romagna la riduzione del limite di velocità da 130 a 90 km/h per le auto porterebbe a risultati sensibili, con una riduzione tra il 60 e il 65% delle polveri sottili emesse. Considerando l'insieme delle fonti di emissioni presenti (inclusi i veicoli pesanti) la riduzione sarebbe molto più bassa (5%): i mezzi pesanti viaggiano già ad una velocità non superiore ai 90 km/h. La misura è utile ma andrebbe inserita in un insieme di iniziative capaci di ridurre le emissioni inquinanti.

 

 

Se la soluzione adottata porterà ai risultati sperati, ossia, l’abbassamento dei livelli di PM10 è ancora tutto da dimostrare, o meglio da sperimentare, come dichiara Giorgio Martini ricercatore CCR Ispra. Esso afferma che ridurre la velocità può far scendere i livelli, ma per altri aumentare. È stato dimostrato che i veicoli Euro 5 ad esempio, andando a 30 all’ora, hanno emissioni di ossido di azoto come gli Euro 1 o 2. È anche vero che in un centro urbano, ridurre la velocità, passando da 50 a 30, la differenza non è poi così ampia. Parlare di benefici o meno, è molto complesso: andrebbe fatta un’analisi ma è difficile anche dare una risposta definitiva, anche perché siamo in un campo di ricerca di frontiera. È comunque un tentativo che andrebbe studiato.

Secondo Nicola Pirrone direttore dell’ IIA-Cnr (istituto di inquinamento atmosferico), invece è il limite di 80 km/h sul traffico extraurbano a produrre maggiori benefici per l'aria. Esso sostiene che abbassare i limiti di velocità per ridurre l’inquinamento ha senso se li si portano intorno agli 80 km/h, che è la velocità ideale per il funzionamento dei motori. Gli studi condotti negli ultimi 10 anni hanno indicato che riducendo la velocità dei veicoli si riducono gli ossidi di azoto e i Pm10 primari. In particolare la velocità di 80 km/h è quella ideale per ridurre le emissioni, se la si aumenta fino a 130 km/h crescono di 3-4 volte il Pm10 primario e gli ossidi di azoto. Questi ultimi, ricorda, sono dannosi in quanto danno origine, dopo una serie di reazioni chimiche, al Pm10 secondario, che e' pari al 30-40% del Pm10 totale. Il direttore tuttavia ritiene utile ridurre la velocità perché ridurrebbe anche le particelle emesse per l'usura del manto stradale e dall'auto con i freni, le parti meccaniche e gli pneumatici che si usurano: il pulviscolo complessivamente emesso costituisce il 30-40% del totale. Vale pero' anche in questo caso il principio che 80 chilometri all'ora e' la velocita' ottimale. Per ridurre lo smog, secondo l'esperto, la velocità non e' che uno degli accorgimenti che e' possibile prendere, e anche il più istantaneo.

Anche in altri paesi europei misure simili sono state adottate. In Olanda ci sono state alcune sperimentazioni che prevedevano la riduzione della velocità in funzione delle emissioni di Pm10. Nel 2006 ad Amsterdam su un tratto di tangenziale di 6 km è stato abbassato il limite da 100 a 80 km/h, portando ad una riduzione dal 15% al 6% nel giro di un anno. Nel 2002 a Rotterdam su un tratto urbano di autostrada di 3,5 km il limite di velocità è stato ridotto da 120 a 80 km/h, consentendo un calo del 25-35% dei picchi di Pm10 e NO2 (biossido di azoto) fino ad un raggio di 200 metri mentre il miglioramento totale della qualità dell’aria sempre dentro brevi e medie distanze è stato stimato tra il 7% (NO2) e il 4% (Pm10). In Spagna invece, nell'area di Barcellona, il limite di velocità sulle tangenziali, le autostrade urbane e le strade a grande scorrimento è stato abbassato da 120 a 80 km/h. Nel caso di Barcellona è stata stimata una riduzione pari a 17% per il NO2 e del 7% di Pm10.

 

Secondo la comunità scientifica, ma in parte anche secondo il mio parere, una riduzione della velocità potrebbe portare a dei benefici a patto che venga applicata con rigore ma che soprattutto venga supportata da politiche mirate a ridurre le sorgenti di emissioni, in primis il trasporto merci su ruote.


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