6 giugno 2023
ore 10:03
di Edoardo Ferrara
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 Per tutti
La Groenlandia dal 1998 sta perdendo inesorabilmente massa glaciale
La Groenlandia dal 1998 sta perdendo inesorabilmente massa glaciale

RIVOLI, FIUMI E LAGHI SULLA CALOTTA GROENLANDESE DURANTE LA STAGIONE DI FUSIONE - Durante la stagione estiva di fusione di ghiaccio e neve in Groenlandia, l'acqua non raggiunge il mare così agilmente come si possa pensare, ma interagisce in modo complesso con la calotta glaciale groenlandese. In funzione dell'orografia locale ma anche del tipo di strato di neve e ghaccio presente, l'acqua di fusione si organizza infatti in rivoli o veri e propri corsi d'acqua, che possono alimentare e raccogliersi in laghi di dimensioni via via crescenti durante la stagione 'calda'. Questi stessi fiumi e laghi scolpiscono altresì la calotta glaciale deformandola e plasmandola. La dinamica di questo flusso d'acqua di fusione viene studiata nella sua idrologia, ovvero l'interazione con le diverse tipologie di neve e ghiaccio presenti sulla calotta. L'idrologia è suddivisa in tre componenti principali: sopraglaciale, ovvero di superficie, subglaciale, ovvero sotto la superficia, inglaciale cioè la componente che esamina l'interazione dell'acqua nella profondità della calotta.

Ad esempio tra lo strato superificiale di neve fresca e lo strato profondo di ghiaccio vivo, vi è uno strato intermedio chiamato Firn: al suo interno giace la neve vecchia, pressata dal peso di quella di superficie e cristallizzata in una formazione solida più dura della neve fresca, ma non ancora quanto il ghiaccio vivo. L'acqua di fusione dunque percola in modo decisamente disomogeneo in prossimità del firm, dove si fa spazio tra le crepe dei cristalli di neve prossimi a diventare ghiaccio, prima di trovare il fondo di ghiaccio vivo che costituisce una vera e propria barriera impermeabile. Da questo livello quindi inizia l'eventuale accumulo in laghi o scorrimento in corsi d'acqua in funzione dell'orografia della calotta. Solo una piccola parte dell'acqua di fusione raggiunge dunque agilmente l'oceano, la restante prima di farlo defluisce nei vari strati della calotta in percorsi talora lunghi e tortuosi (in continua evoluzione per via anche dei movimenti di ghiaccio all'interno della stessa calotta) che richiedono anche anni di tempo. E' importante analizzare e studiare queste dinamiche per poter stimare in quantità e velocità l'aumento del livello dei mari.

Attualmente la calotta glaciale della Groenlandia è spessa fino a 3,2 km. Gli strati di ghiaccio accrescono attraverso un processo di accumulo annuale di neve con successiva compressione. Le precipitazioni, i venti e l'umidità plasmano altresì la calotta glaciale caratterizzandone le varie regioni. Durante il semestre freddo, il comparto sud-orientale della Groenlandia è quello solitamente soggetto a nevicate di maggiore entità rispetto alla zona settentrionale ed occidentale, più secca. Nella stagione di fusione, non necessariamente tutta la neve caduta nei settori sud-orientali si scioglie, ma quella che sopravvive forma negli anni successivi il cosiddetto strato intermedio di firn, attraverso il quale l'acqua di fusione di superficie percola formando delle vere e proprie falde acquifere. Nel 2013 un team di ricercatori ha scoperto una di queste falde con una superficie enorme, prossima ai 70000km quadrati. Per contro nelle aree occidentali può capitare che la neve caduta fonda del tutto, esponendo ai raggi solari il ghiaccio vivo che è più scuro della neve bianca: in questo modo viene assorbito ancora più calore dal sole, che accelera così la fusione in quello che viene detto processo di feedback positivo. In queste aree quindi si creano più facilmente veri e propri laghi di raccolta. Dalla base di questi laghi possono formarsi con il tempo anche dei piccoli cunicoli attraverso i quali l'acqua percola nelle profondità della calotta glaciale, per poi in parte ricongelarsi e formare nuove lastre. Insomma un vero e proprio mondo di ghiaccio in continuo movimento. In ogni caso gran parte dell'acqua prima o poi finisce in mare.

DATI ALLARMANTI - Dalla fine degli anni 90 la calotta glaciale groenlandese ha perso inevitabilmente massa sia per fusione della superficie ma anche per ritiro dei ghiacci stessi: un processo esacerbato dall'aumento di assorbimento di calore indotto dal ghiaccio profondo maggiormente esposto, più scuro rispetto alla neve superficiale, ma anche dalla fusione dei ghiacci a contatto con un mare mediamente più caldo. Secondo i dati della NASA, dal 2002 al 2022 sono andati persi circa 5 trilioni di tonnellate di massa glaciale, con un rate di fusione fino a 6-7 volte più veloce rispetto a 25 anni fa. Si stima che qualora tutto il ghiaccio della Groenlandia fondesse, il livello del mare si alzerebbe di circa 7.4 metri. E' quanto mai importante dunque analizzare e studiare i flussi d'acqua di fusione all'interno della calotta, anche per valutare e studiare processi di adattamento futuro specie per le città costiere. 


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