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1 febbraio 2024
ore 7:39
di Valeria Pagani
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3 minuti, 52 secondi
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Tutelare la biodiversità: incentivi con i crediti di biodiversità
Tutelare la biodiversità: incentivi con i crediti di biodiversità

La biodiversità è la base della vita. I miliardi di animali, piante, funghi, batteri e, insieme, la loro diversità permettono che questo Pianeta sia sano e che l'uomo abbia tutte le risorse necessarie per la sua sopravvivenza. Eppure, nonostante la loro indispensabile funzione, il numero delle specie minacciate o a rischio di estinzione sale vertiginosamente di giorno in giorno. Il loro attuale declino è dovuto principalmente all'azione stessa dell'uomo, alla sua appropriazione di spazi prima lasciati alla natura, alla caccia indiscriminata e senza scrupoli, ai cambiamenti che sta apportando al clima. Ma se l'uomo è la causa, può essere anche il rimedio.

Come si fa quindi a tutelare la biodiversità? Quale sono gli strumenti e le misure necessarie?

Tutti conosciamo le forme classiche di tutela, come i parchi, le riserve naturali, i siti di interesse comunitario, i territori protetti, aree gestite dallo Stato e dalle Regioni (e in alcuni casi anche dalle Provincie), a cui si aggiungono poi le oasi di privati e di associazioni ambientaliste, come ad esempio quelle di WWF, Pro Natura, LIPU o Legambiente. A supporto di queste forme di tutela stanno oggi fiorendo leggi e accordi internazionali, mirati a far accrescere le specie e le superfici di territori da conservare, ripristinare e porre sotto protezione. Basti pensare al Global Biodiversity Framework stilato lo scorso dicembre a Montreal, in Canada, o alla Strategia Europea per la Biodiversità, che ha da poco visto l'approvazione della Nature Restoration Law da parte del Consiglio Europeo (lasciando però dell'amaro in bocca per i suoi deboli obiettivi).

Oggi però si affacciano all'orizzonte nuovi strumenti per le tutela della biodiversità, grazie ai quali anche le imprese possono fare la loro parte: sono i cosiddetticrediti di biodiversità. Questi vogliono essere un meccanismo efficace per promuovere la partecipazione del settore privato alla conservazione e al ripristino degli ecosistemi e a nuovi approcci di trasformazione del paesaggio. Nella pratica sono un meccanismo finanziario che permette di fare investimenti nel ripristino e sviluppo di specie in un determinato ambiente, attraverso la creazione di oasi o aree rigenerate. I crediti di biodiversità possono essere commercializzati a livello locale e globale alle imprese interessate che devono - e vogliono - adempiere ai propri obblighi aziendali ESG - Environmental, Social, Governance. Questo meccanismo finanziario permette quindi di ridare un nuovo valore ecologico ad un'area, di rigenerarla, determinando un miglioramento del benessere complessivo di un ecosistema e dalla quantità di specie presenti in quel territorio. È quindi una certificazione che attesta che una data impresa o società sta investendo nel miglioramento della biodiversità in una specifica area.

Sensori acustici 3Bee
Sensori acustici 3Bee

Oggi una realtà leader in Italia che sta sviluppando e proponendo l'adozione dei crediti di biodiversità è 3Bee, l'azienda climate tech che sviluppa tecnologie per la tutela della biodiversità. L'azienda ha da poco sviluppato un innovativo protocollo di monitoraggio della biodiversità terrestre, chiamato Element-E, basato su tecnologie quali immagini satellitari e sensori IoT ed in particolare sull'uso di bioacustica e remote sensing. Proprio grazie a questo innovativo protocollo, 3Bee è stata selezionata dal Consiglio Europeo come realtà in grado di sviluppare i primi crediti di biodiversità certificati, in quanto ancora non esistono standard comuni a livello europeo. L'azienda andrà infatti ad applicare il protocollo su un totale di 250 siti in 4 Stati Europei - Italia, Francia, Germania, Spagna - con l'obiettivo di validare dal punto di vista scientifico la metodologia in diverse aree climatiche e geografiche. Questa metodologia innovativa consentirà alle imprese di rendicontare il proprio impatto sulla biodiversità e insieme compensarlo, ponendosi pienamente in linea con la Direttiva riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (la cosiddetta CSRD) e con la Nature Restoration Law.

L'azienda climate-tech ha anche dato avvio al progetto Oasi della Biodiversità: un progetto di rigenerazione che sta portando un immenso valore al territorio italiano ed europeo. "Abbiamo già creato circa 200 Oasi della Biodiversità, ma il nostro obiettivo è di arrivare a 10.000 entro due anni e possiamo raggiungerlo solo grazie all'impegno e al contributo di enti e imprese virtuose che desiderano avere un impatto con un progetto di rigenerazione tangibile e misurabile." - ha affermato Nicolò Calandri, CEO di 3Bee. Oggi quindi per tutelare la biodiversità abbiamo sempre più strumenti e misure, ma ora serve un impegno corale e condiviso di tutti gli attori della società.


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