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23 aprile 2020
ore 20:00
di Carlo Migliore
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Ipotesi METEO-PANDEMIA, la diffusione del Coronavirus legata alla temperature
Ipotesi METEO-PANDEMIA, la diffusione del Coronavirus legata alla temperature

CORONAVIRUS E CLIMA, NUOVI STUDI - Mentre si intensificano gli sforzi internazionali per la ricerca di un vaccino, continuano gli studi sulle modalità di propagazione dell'epidemia di Covid-19 per capire come mai si sia diffusa così solo in alcune zone del nostro emisfero. La prima cosa che è subito saltata agli occhi dopo un paio di mesi dallo scoppio dei primi casi è che le aree maggiormente colpite fossero ad una latitudine molto simile tra loro. Hubei, Iran, Italia, Spagna avevano avuto da sole il 90% dei casi prima che l'epidemia si diffondesse anche negli USA e nel resto del mondo. La prima supposizione è stata quindi che il clima potesse influenzare la diffusione del virus e sono stati effettuati degli studi che hanno cercato di correlare la temperatura con la percentuale di contagi.

Dal campione statistico analizzato dai ricercatori dell'Universitàdel Maryland, appartenenti al Global Virus network, sarebbe emerso che il virus predilige temperature medie comprese tra i 5 e gli 11°C e nel livello di umidità relativa dal 47 al 49%. L'influenza della temperatura sulla distribuzione geografica del maggior numero di casi verrebbe confermato anche da uno studio più recente effettuato dall'Università Federico Secondo di Napoli secondo cui "la stagione invernale nella regione di Hubei  sarebbe stata straordinariamente simile a quella delle province del Nord Italia di Milano, Brescia e Bergamo, dove la pandemia, tra febbraio e marzo, è stata devastante". Per lo studio sono state prodotte specifiche cartine del mondo isotermiche, allo scopo di localizzare, mese per mese, le regioni del mondo con variazioni di temperatura simili tra loro.

Secondo il Professore Nicola Scafetta del dipartimento di Scienze della Terra, autore dello studio, la zona isotermica che va dalla Cina Centrale verso l'Iran, la Turchia, il bacino del mediterraneo occidentale e quindi Italia, Spagna e Francia, fino agli Stati Uniti d'America, coincide con le regioni geografiche più colpite dalla pandemia nello stesso arco di tempo

distribuzione del più alto numero di casi iniziali in relazione alla fascia climatica (gvn.org)
distribuzione del più alto numero di casi iniziali in relazione alla fascia climatica (gvn.org)

Secondo questo modello sarebbe addirittura possibile fare una previsione sull'andamento futuro dell'epidemia. Secondo il Professor Scafetta, quando il clima diventerà caldo, la pandemia probabilmente peggiorerà nelle zone settentrionali (Regno Unito, Germania, Europa Orientale, Russia e Nord America), mentre migliorerà radicalmente nelle zone meridionali (Italia e Spagna). In ogni caso, in autunno, la pandemia potrebbe ritornare a colpire nuovamente le stesse zone

La Zona Tropicale e l'intero Emisfero Meridionale, tranne le zone più estreme, potrebbero scampare a una forte pandemia a causa del clima sufficientemente caldo durante l'intero anno. Gli stessi motivi meteorologici possono spiegare il perché l'Italia Meridionale, un po' più calda, è stata meno colpita dell'Italia Settentrionale, che invece rientra nell'intervallo di temperatura meteorologica più critica.


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