11 dicembre 2020
ore 23:43
di Lorenzo Badellino
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Immagine di archivio
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Le abbondanti nevicate che hanno coinvolto l'arco alpino nei giorni scorsi, ma anche parte della dorsale appenninica, hanno sensibilmente innalzato il pericolo di distacco valanghe, soprattutto sulle zone alpine orientali. Si sono avuti accumuli record di neve fresca che in alcuni casi hanno raggiunto i 3 metri sulle Dolomiti, anche a quote inferiori ai 2000m. L'area più colpita dal recente maltempo è stata quella di Arabba, con diverse slavine e valanghe che si sono staccate nella zona del Pordoi, creando difficoltà nei collegamenti stradali.

Ora la situazione tende a stabilizzarsi, il manto nevoso si sta iniziando ad assestare, ma l'enorme quantità di neve presente mantiene ancora alta l'allerta su molte zone. Bisogna considerare inoltre anche il rialzo termico previsto in quota tra la fine della settimana e l'inizio della prossima, che potrà parzialmente compromettere la stabilizzazione del manto, mantenendo elevato il rischio di distacchi improvvisi. Ecco la situazione 'rischio valanghe' sulle varie zone alpine ed appenniniche, secondo la scala ufficiale che va da 1 (debole) a 5 (molto forte).

Il settore più a rischio rimane quella dolomitica ed in particolare il Bellunese dove il rischio è pari a 4 (forte), comunque lievemente ridottosi rispetto ai giorni scorsi quando era massimo. Sul restante arco alpino, dal settore retico alla Giulia, ma anche in Piemonte sul Verbano è pari a 3 (marcato), mentre è pari a 2 (moderato) altrove. Debole o moderato infine sull'Appennino centro-settentrionale, a tratti marcato solo sul settore emiliano.


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