13 gennaio 2021
ore 8:16
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Ripercorriamo l'ondata di gelo e neve del gennaio 1985. Eravamo infatti ormai alle porte di quella che poi è diventata famosa per gli abitanti del Nord come la più grande nevicata del ventesimo Secolo. Un'ondata di freddo eccezionale che capovolse le sorti dell'inverno 84-85 fino ad allora risultato mite e poco perturbato. Tutto avvenne nell'arco di una ventina di giorni a partire dalla fine di Dicembre del 1984 quando a livello stratosferico un massiccio riscaldamento polare fece scivolare due noccioli di aria gelida, uno verso l'Europa settentrionale ed un altro sul Canada. Con la complicità dell'anticiclone delle Azzorre che si spinse fino all'Islanda e oltre la colata artica europea riuscì ad arrivare alle nostre latitudini dando luogo ad una lunga ondata di gelo e neve che si divise in due fasi.

PRIMA FASE 5-9 GENNAIO: l'aria gelida in ingresso dalla porta della Bora che soffiò fino 100km/h riesce a formare un minimo di bassa pressione tra la Toscana ed il Lazio con nevicate storiche che interessarono abbondantemente Firenze con 40cm di accumulo (fino a 80cm in val di Cecina) e Roma con 30cm

Con lo scivolamento del minimo verso sudest tra il 6 e il 9 Gennaio la neve raggiunge anche la Campania ed il resto del sud con accumuli fino a 25 cm sulle zone collinari di Napoli, era dal 1956 che non accadeva

Nel contempo più sottovento rispetto alla posizione del vortice le regioni settentrionali registravano le temperature più basse del secolo grazie all'albedo notturno che fece scivolare le minime anche al di sotto dei -20° sulla Pianura Padana. Tra i giorni 10 e 11 Gennaio il maltempo lasciò il centro sud e i cieli tornarono sereni ma si registrarono ulteriori diminuzioni nei valori minimi con valori record aFirenze (-23,2°)  e Piacenza (-22,2).

SECONDA FASE 13-17 GENNAIO: un nuovo ed imponente impulso di aria gelida aggirò le Alpi sfociando nel Mediterraneo dal Golfo del Leoneoriginando una vasta circolazione ciclonica con perno sulle Isole Baleari che si approfondì tra il 13 ed il 14 Gennaio sul Mar Ligure. A quel punto tutte le regioni settentrionali si trovarono nella morsa del maltempo e grazie alla temperature rigidissime il cuscino di aria fredda sulla Pianura Padana consentì alla neve di cadere fino al suolo ed in misura eccezionale. 

In una sola nevicata, che durò oltre 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve. Il totale dei centimetri di neve caduti raggiunse livelli record: 20 centimetri a Genova, 30 a Venezia, 40 a Padova e Treviso, 50 a Udine e Vicenza, 60 a Biella, 80 a Bologna, 110 a Como, 122 a Varese, da 130 a 150 cm a Trento. A Milano, dopo 4 giorni e 3 notti di nevicata, il manto nevoso arrivava fino a 70/90 cm

Il capoluogo lombardo si trovò a fronteggiare la peggiore emergenza neve del 20° secolo in quanto, ironia della sorte, tutti i mezzi antineve erano stati inviati pochi giorni prima a Roma per l'emergenza neve della Capitale. 

Nevicò poi in tutta la Sardegna, Cagliari compreso con veri e propri blizzard nelle zone interne dell'isola dove il manto nevoso raggiunse i 50 cm. La neve tornò ad imbiancare anche la Toscana ma in misura minore dei giorni precedenti e più a sud grazie allo scirocco richiamato dal vortice la neve si trasformò in pioggiamettendo fine in modo naturale all'emergenza gelo delle regioni meridionali.


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