8 ottobre 2023
ore 8:00
di Edoardo Ferrara
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Estensione ghiaccio marino artico + antartico
Estensione ghiaccio marino artico + antartico

PACK ARTICO, DOPO IL MINIMO STAGIONALE SI TORNA A SALIRE MA SI RIMANE MOLTO SOTTO LA MEDIA - Lo scorso 19 settembre è stato raggiunto il minimo stagionale di estensione del pack artico marino, minimo dopo il quale si è avviata una fisiologica ma lenta ricrescita contestualmente all'abbassamento del sole sull'orizzonte. L'estensione media dei ghiacci marini artici a settembre è pari a 4,37 milioni di km quadrati: risulta la quinta più bassa degli ultimi 45 anni, ovvero da quando si effettuano le rilevazioni satellitari; al primo posto negativo resta ancora il 2012. Come detto, dopo aver raggiunto il minimo stagionale di 4,23 milioni di km quadrati, la ricrescita è risultata più lenta del normale. Pesanti ammanchi di ghiaccio si evidenziano nell'area che va dal Mar di Beaufort al Mar di Laptev orientale; la Rotta del Nord risulta in larga parte sgombra di ghiaccio marino. Affinchè il ghiaccio marino possa riformarsi in superficie, deve prima essere smaltito il calore assorbito dal mare in atmosfera, anche con l'ausilio dei pattern sinottici più favorevoli: se questo smaltimento viene ostacolato (ad esempio per presenza di aria oltremodo calda), chiaramente la ricrescita del pack artico subisce un rallentamento anche durante l'attuale transizione verso la stagione fredda.

LA SITUAZIONE SINOTTICA MEDIA DI SETTEMBRE - Masse d'aria termicamente sopra la media fino a 1-3°C hanno interessato con frequenza il Circolo Polare Artico, in particolare nelle aree libere da ghiaccio marino tra il Mar di Norvegia, Barents e Kara. Tuttavia su vaste porzioni di Canada e comparto euro-asiatico settentrionale le temperature sono risultate sopra media talora anche di oltre 4-5°C. A livello sinottico una circolazione mediamente ciclonica ha interessato gran parte dell'Oceano Artico, specie a nord del mar di Barentes e Laptev. Al contrario hanno prevalso gli anticicloni sul comparto euro-asiatico settentrionale e sul Canada orientale. 

TREND NEGATIVO - Si conferma un trend negativo nell'estesione dei ghiacci artici a settembre negli ultimi 45 anni di misurazione satellitare; vale a dire che mediamente anno dopo anno si perde sempre più ghiaccio marino. Il trend di perdita è di circa 78.500 km quadrati per anno, circa il 12% per decade, rispetto alla media trentennale 1981-2010. Basandosi sul trend lineare, il mese di settembre dal 1979 al 2023 ha perso 3.45 milioni di km quadrati di ghiaccio marino, una superficie pari a circa il doppio dell'Alaska.

LA FUSIONE DELL'ESTATE 2023- Dopo una primavera caratterizzata da una lenta fusione del pack artico, si è assistito ad un'accelerazione del processo verso la fine di maggio (con livelli di perdita di ghiaccio superiori alla media del periodo), per poi assestarsi nuovamente in linea con la media nel corso di giugno. Anche luglio è proceduto con ratei di fusione nella norma, per poi subire una nuova accelerazione ad agosto, fino ad arrivare al minimo di settembre che è risultato il sesto più basso degli ultimi 45 anni di misurazione satellitare. Nel complesso dunque non si è assistito ad un rate di fusione particolarmente elevato, anzi spesso in media, e per tale motivo il minimo raggiunto, pur ben sotto alla media, non è tra i primi posti. Termicamente parlando, a circa 700m di quota si sono evidenziate temperature spesso sotto la media durante la stagione estiva su diverse porzioni dell'Oceano Artico, fatto che ha smorzato la fusione. 

LA SITUAZIONE IN ANTARTICO - Situazione invece ben differente dall'altra parte del globo, sull'Antartico, dove nonostante la stagione fredda in corso la crescita di ghiaccio marino è risultata troppo bassa. Le aree più sofferenti in tal senso sono state quelle del Mare di Bellingshausen, del Mare di Weddell e del Mare di Ross occidentale. Nel pieno dell'inverno australe, a luglio, l'estesione dei ghiacci marini antartici era di oltre 2.60 milioni di km quadrati al di sotto della media trentennale 1981-2010: un dato impressionante se si considera che parliamo di un ammanco di ghiaccio grande quanto l'intera Argentina! Il massimo stagionale è stato il più basso mai registrato, stracciando il precedente record (toccato ne 1986) di ben 1 milione di km quadrati. Con tutta probabilità questo deficit è stato indotto da acque oceaniche marine più calde attorno all'Antartico, fatto che ha limitato la crescita dei ghiacci marini attorno ad esso. Un dato molto negativo considerando gli ultimi 45 anni di misurazione satellitare moderna; tuttavia alcune rilevazioni precedenti operate dai satelliti Nimbus, suggeriscono che valori simili siano stati raggiunti anche nella metà degli anni 60. Va però specificato che quel tipo di satelliti trasportavano un unico sensore che non era in grado di raccogliere dati in condizioni di cielo nuvoloso, con conseguenti periodi di mancata copertura nella rilevazione del ghiaccio marino antartico. 

Sommando l'estensione del ghiaccio marino artico e antartico il totale è poco sopra i 21 milioni di km quadrati, una cifra ben al di sotto rispetto agli ultimi anni, anche di oltre 1.5/2 milioni di km quadrati. 


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